La celiachia è una malattia autoimmune innescata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Da anni è chiaro che la genetica gioca un ruolo centrale, ma finora il quadro era tutt'altro che completo.


Il ruolo dei geni HLA: necessari, ma non sufficienti

Il legame tra genetica e celiachia si è inizialmente concentrato sul sistema HLA (Human Leucocyte Antigens), in particolare sugli alleli HLA-DQ2 (presenti nel 90% dei pazienti celiaci) e HLA-DQ8 (circa nel 5%). Tuttavia, questi aplotipi sono presenti anche in oltre metà della popolazione generale, che non svilupperà mai la malattia. Questo significa che la predisposizione HLA è necessaria, ma da sola non basta a spiegare l’insorgenza della celiachia.


Lo studio norvegese: uno dei più ampi mai realizzati

Un nuovo studio pubblicato su Scientific Reports segna un passo avanti decisivo. Si tratta della più ampia indagine genetica mai condotta sulla celiachia, che ha analizzato quasi 25 milioni di varianti genetiche in 52.342 adulti norvegesi. Il campione includeva sia persone con celiachia diagnosticata (con conferma istologica) sia soggetti sani, e i dati sono stati raccolti tramite questionari, esami clinici e campioni di sangue.


Analisi completa: DNA, anticorpi e test endoscopici

La ricerca ha integrato l'analisi delle regioni codificanti e non codificanti del DNA, un approccio che offre una visione più ampia delle possibili cause genetiche. Sono stati effettuati anche test sierologici per anticorpi TG2 (IgA, IgG), esami endoscopici e classificazione istologica secondo i criteri Marsh, distinguendo i casi accertati (Marsh 3) da quelli potenziali (Marsh 0-2).


I risultati: 15 nuove associazioni genetiche

L’analisi genome-wide ha confermato i 41 loci non-HLA già noti, ma soprattutto ha identificato 15 nuove associazioni genetiche in 12 regioni del genoma, di cui 11 mai collegate prima alla celiachia. Un dato su tutti spicca: è stato trovato un gene già associato all’artrite reumatoide, indicando che esistono percorsi genetici comuni tra malattie autoimmuni.


Limiti dello studio e prospettive future
Nonostante la portata, lo studio presenta alcuni limiti: ha incluso solo adulti di origine europea, escludendo bambini e giovani adulti. Questo riduce la generalizzabilità dei risultati.

  • Secondo gli autori, i prossimi passi devono includere:
  • Replicazione dei risultati in popolazioni diverse e più giovani
  • Analisi più precise delle regioni genomiche complesse
  • Studio dell’impatto funzionale delle nuove varianti per capirne il vero significato clinico


Lo studio norvegese rappresenta una svolta nella genetica della celiachia, ma chiarisce anche un fatto: non conosciamo ancora tutti i meccanismi che portano allo sviluppo della malattia. I geni HLA sono solo una parte del puzzle, e la strada per una comprensione completa – e magari una prevenzione mirata – è ancora lunga.