Il 13 agosto, Graziano Delrio, uno dei "big" del Partito Democratico, fotografava sul proprio account Facebook la situazione dell'Italia in questi termini:

«L’Italia è senza un governo. Da un anno a questa parte ce ne sono due, forse tre che trascorrono gran parte del tempo a dir male l’uno dell’altro e a smontarne le proposte. Il risultato è, appunto, che l’Italia non è governata.

Non c’è stata crescita. Non ci sono stati investimenti. Non c’è stato vero aumento dell’occupazione. Mentre i diritti delle persone sono finiti sotto attacco. Sulla sicurezza tante chiacchiere. Niente passi avanti nella lotta alla criminalità organizzata. E un progressivo isolamento internazionale.

Sono state inventate emergenze, prima tra tutte la presunta “invasione” degli immigrati, per coprire fallimenti e anche scandali.

Stiamo lavorando con le nostre proposte nel Parlamento e con la costruzione nel Paese di una grande alternativa ad una destra pericolosa e dannosa per gli interessi degli italiani».


La "grande alternativa" si è poi iniziata a manifestare nelle ore successive - con estrema lucidità e cinica praticità, tutti elementi più che sorprendenti trattandosi della sinistra, in genere pronta a litigare già sulle questioni di principio ancor prima di arrivare ai contenuti - con le aperture di Grillo, Renzi, Casaleggio, Bettini...

Il segretario Pd Zingaretti continua a dirsi contrario ad accordi auspicando elezioni immediate, ma solo perché vuole che un qualsiasi possibile accordo con i 5 Stelle per formare un nuovo governo sia conseguente ad un atto di responsabilità chiesto dal capo dello Stato.


Nel frattempo, lo stesso Delrio - che è difficile pensare che parli per proprio conto e non per il partito - intervistato questo venerdì a Radio Capital, ha dichiarato che «ciò che serve è un accordo alla tedesca, come Cdu e Spd... una cosa scritta. Ci si mette a sedere, si tratta, si analizza ogni punto per il bene del Paese, convocando le menti migliori, per dare un'impronta diversa».

Un nuovo contratto? Parrebbe di sì, anche se in questo caso potrebbe avere pure una qualche dose di credibilità se, oltre ai titoli, al suo interno ne venissero dettagliatamente elencati contenuti e modalità di attuazione.

«Questo Paese - ha aggiunto Delrio alla radio della Gedi - finora è stato ossessionato da argomenti che non hanno portato bene, come l'immigrazione. Mi fa piacere che Conte ne abbia preso atto».

E sulla crisi, ha aggiunto che a dettare i tempi sarà Mattarella e non Salvini: «Il leghista è stato arrogante e ha sbattuto contro il muro mentre i M5S hanno difeso le istituzioni. Noi a Mattarella parleremo di lavoro e svolta verde per l'emergenza ambientale. È un lavoro duro, serio, e non è detto che non permetta, questo percorso, di chiarire punti di convergenza con il M5S».

Ma a decidere come il Partito Democratico dovrà agire sarà stabilito nella prossima Direzione del 21 agosto».

In ogni caso, se un accordo di Governo dovesse mai partire, sarebbe un accordo di legislatura, per i prossimi quattro anni, e non di breve durata per andare al voto il prossimo anno dopo aver varato la manovra di bilancio.