C'è gente che ormai da anni vive esclusivamente con l'obiettivo di scrivere sul caso Orlandi, cercando di dare le più disparate soluzioni all'enigma, che vide scomparire la piccola Emanuela il 22 giugno del 1983.

Queste persone che hanno scritto libri e che spesso pubblicano articoli su quotidiani  nazionali, evitano costantemente di nominare il Vaticano, continuano a non ammettere la sua totale implicazione.
Se da un lato si è creduto che la causa di tutto fosse solo il rientro di capitali che lo IOR aveva sperperato per Solidarnosh, il vero motivo, secondo la sottoscritta, è riconducibile a questioni di abusi sessuali nei confronti della ragazza.

L'infaticabile Pino Nicotri procede instancabile su questa pista, mancando però il centro del bersaglio, poiché punta il dito verso lo zio Mario Meneguzzi che non c'entra nulla. Stranamente però nessuno ha mai approfondito il ruolo "anomalo" di Giulio Gangi, agente del Sisde, che avvisò Mario Meneguzzi di essere pedinato da macchine della polizia dopo la scomparsa della nipote.

È molto probabile che Emanuela, dopo aver subito abusi sessuali che vennero anche registrati e riportati su una cassetta famosa, detta delle "sevizie", rientrò in Vaticano una notte di luglio del 1983 per una destinazione ancora oggi ignota, che l'allontanò per sempre dall'Italia.

Emanuela (e anche Mirella) era finita nel turbinio del "catalogo", composto da pagine di belle e attraenti ragazze, che dovevano essere scelte da un gruppo super potente di entità, del quale facevano parte i politici, il Vaticano, la P2, la mafia e anche la 'ndrangheta. Una scelta per fini che avete già intuito.
Una sorta di mondo oscuro a noi sconosciuto di cui soltanto Marco Accetti può darci delle risposte, poiché, sempre a mio avviso, lui era uno di quelli che si occupava dell'adescamento delle ragazze.

L'unico che ancora rimane sulla pista giusta è il fratello di Emanuela, Pietro, il quale cerca le tracce di sua sorella nei luoghi dove venne mandata come destinazione finale.

Il resto del mondo tace omettendo con dovizia tutti quei particolari che possono arrivare alla verità e sfornando costantemente libri e trasmissioni televisive che raccontano solo un mucchio di follie.