Ciao Emanuela! Grazie per essere qui!


Come e quando è nata la tua passione per la scrittura? 

Scrivere mi è sempre piaciuto, sin da fanciulla, in ogni pezzetto di carta c'era un mio pensiero. A scuola, quando la maestra diceva "tema", io esultavo. Da ragazza mi ha preso la scrittura di poesie. Poi, gli impegni – famiglia e lavoro – mi hanno allontanata. Da adulta mi sono innamorata di altre espressioni creative: pittura, danza, teatro. A sessant'anni ho vissuto un grande dispiacere, e sia la famiglia che la scrittura mi hanno salvata.


Quali consigli daresti a chi vuole approcciarsi al mondo della scrittura? 

Scrivere ogni giorno, all'inizio senza preoccuparsi del "perfetto", ma semplicemente buttando giù parole. Partecipare a corsi, unirsi a gruppi di scrittura. Immedesimarsi nei personaggi, diventare loro.


Sei a favore del Self?

Sì, ma preferisco pubblicare con una Casa Editrice.


Quali autori ti hanno ispirato? 

Mi piacciono: Isabel Allende, Susanna Tamaro e Nicolas Sparks, ma credo di non essere stata ispirata da loro.


Scriveresti mai a quattro mani un libro?

Ho avuto qualche richiesta, non so... forse... chissà.


Come è nato Labirinto? 

È nato da piccoli spunti di persone che mi circondano, che ho ingrandito, dando vita a Berenice e Leonida.


A quale genere letterario appartiene? 

Thriller psicologico.


I protagonisti sono stati inventati da te o sono personaggi reali?

Un po' e un po'.


Quanto “Emanuela” c’è all’interno del tuo libro? 

Mi ripeto... un po'. Certi miei pensieri o piccole manie, li ho distribuiti ai personaggi di questa e di altri romanzi.


Progetti futuri?

Continuare a scrivere; ho già completato altri due romanzi che, per ora, aspettano il loro turno. Attualmente, sto lavorando al settimo. Di recente, ho scoperto la passione per la creazione delle copertine dei libri, un'arte che ho imparato a fare per me stessa e anche per chi la richiede.