Sorrisi, ringraziamenti, madonne, ringraziamenti, dagli al clandestino, ringraziamenti, dagli al Toscani (nel senso di Oliviero), ringraziamenti... insomma, sugli account social della Lega e del suo segretario Matteo Salvini, del Consiglio federale che si è tenuto oggi in via Bellerio, presente il Gotha del partito, non c'è traccia.
Quindi, per capire come è andata la riunione durata quasi 4 ore, bisogna rivolgersi alle agenzie.
"La Lega - dice una nota diffusa al termine - potrà recuperare il consenso grazie ai risultati che otterrà nel governo di centrodestra e Matteo Salvini avrà un ruolo fondamentale ripartendo anche dall'ascolto del territorio e dalla valorizzazione dei tanti amministratori a partire dai governatori".
È andata "benissimo" confermano anche il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, così come quello della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga che ha poi aggiunto:
"Abbiamo discusso dei congressi. Salvini sì o Salvini no? Salvini sì".
E allora piena fiducia a Salvini, nonostante prima dell'inizio della riunione fossero in molti a chiederne la testa?
Secondo le dichiarazioni rilasciate sembrerebbe di sì, ma il segretario della Lega ha lasciato il Consiglio federale in assoluto silenzio... un chiacchierone come lui!
In precedenza, l'ex segretario federale della Lega (ed ex governatore della Lombardia) Roberto Maroni su Il Foglio aveva scritto:
"E ora si parla di un congresso straordinario della Lega. Ci vuole. Io saprei chi eleggere come nuovo segretario. Ma, per adesso, non faccio nomi".
Anche Giorgetti e Zaia, prima della riunione, avevano rilasciato dichiarazioni per nulla entusiastiche sul "quasi" 9% ottenuto dalla Lega nelle urne.
Nel primo pomeriggio, anche l'ex ministro leghista Roberto Castelli aveva espresso un giudizio negativo sulla segreteria Salvini:
"La Lega attuale non ha nulla a che vedere con quella nostra, è un partito centralista con temi di destra. Quando uno copia l’originale, alla fine la gente vota l’originale. Diventi un doppione della Meloni che però è stata almeno coerente. ... Non credo che Salvini mollerà il pallino. Se lo facesse credo [il sostituto] potrebbe essere uno dei tre governatori, Zaia, Fontana o Fedriga, tre persone degne. Non vedo però all’ordine del giorno una cosa del genere. ... Visti i risultati [il voto alla campagna elettorale] è insufficiente, ma il risultato non è dipeso dalla campagna elettorale, quanto il frutto delle numerose giravolte degli ultimi anni".
Quindi, interpretando l'aria che tira dalle parti di via Bellerio, si può parlare di tregua armata per dare alla Meloni il tempo di formare il suo governo. Se la Lega avesse messo sulla graticola Salvini già fin d'ora, l'amica e alleata Giorgia avrebbe potuto dare ancor meno peso alla Lega nella distribuzione di ministri, vice e sottosegretari. Una volta però distribuiti gli incarichi, allora per Salvini inizierà la resa dei conti e, in quel caso, avrà bisogno ben più del cuore immacolato di Maria e dei tramonti con la sua fidanzatina per riuscire a mantenere la cadrega di segretario.
Quanto tempo gli diamo? All'inizio della primavera, non più tardi, ci sarà la resa dei conti... anche perché in una situazione economica e sociale come quella attuale, pensare che l'attuale legislatura possa durare più di un paio d'anni è come scommettere un milione di euro sulla possibilità di una nevicata a ferragosto in Sicilia. Quindi la Lega come il Pd devono cominciare la loro rifondazione il prima possibile.