«Se il buon giorno si vede dal mattino, allora il cartello del prezzo medio rischia di non essere la panacea di tutti i mali annunciata dal Ministro Urso. Dal 1° agosto ad oggi, ogni santo giorno il Ministero ha dovuto comunicare ai gestori di tutta Italia rialzi dei prezzi medi della benzina e del gasolio in ogni regione, comprese le province autonome, e in autostrada.Mediamente il prezzo del gasolio è aumentato di €/lt 0,041 su rete ordinaria e di €/lt 0,036 su rete autostradale. Mentre quello della benzina è aumentato di €/lt 0,017 su entrambe le viabilità. Naturalmente ora il Ministro Urso potrà provare ad assolvere il "cartello del prezzo medio" accusando le "fibrillazioni dei mercati internazionali", la "salita del Brent o del Platt's" o magari prendersela con "gli speculatori dei Paesi produttori". E, per la prima volta, si avvicinerebbe alla realtà.Quel che è certo è che mostrano sempre più la corda i tentativi improvvidi di accusare i benzinai e persino di scaricare tutta la responsabilità sugli automobilisti che adesso avrebbero il compito, secondo il Ministro, di far rispettare i loro diritti "denunciando i benzinai alla Guardia di Finanza". La morale anche di quest'altra piccola storia di mezza estate è che questo come ogni altro Governo deve assumere la responsabilità di governare con serietà e non spacciare scorciatoie senza uscita per soluzioni di sistema».

Questo è quanto scritto oggi in una nota dal segretario nazionale di Fegica (Federazione Italiana Gestori Carburanti e Affini), Roberto Di Vincenzo. 

L'1 agosto, giorno dell'introduzione dell'obbligo di mostrare i prezzi medi nei distributori, il costo per il self di benzina in autostrada era pari a 1,984 euro. Al 5 agosto è salito di 1,6 centesimi, attestandosi sui 2 euro al litro. Sul fronte diesel, invece, si è passati da 1,854 a 1,886, con un aumento di 3,2 centesimi al litro.

I rincari maggiori, per la benzina, si registrano nel Lazio con un aumento di 1,9 centesimi per litro al self dal 1 agosto. Sul secondo gradino del podio troviamo Marche, Umbria, Molise e Friuli Venezia Giulia, di poco dietro, con un aumento di 1,8 centesimi. Per quanto riguarda il diesel, invece, è il Molise a guidare la classifica con un aumento di 4,5 centesimi in quattro giorni. Al secondo posto l'Umbria, con 4,4 centesimi, e al terzo Lazio e Puglia, con 4,1 centesimi.

Questa è l'ennesima conseguenza di un provvedimento assurdo e ridicolo, sbandierato dal governo Meloni e dai suoi impreparati ministri, Urso in testa, buoni a fare propaganda, ma non certo a governare una nazione.