Ieri mattina, solamente in una ventina di piazze della zona del terremoto, evidentemente accuratamente selezionate, il Partito Democratico stavolta rappresentato dal solo Maurizio Martina ha portato le proprie magliette gialle accanto agl italiani che soffrono le ferite del sisma.

Questo è quanto ci ha fatto sapere il segretario del PD Matteo Renzi. Il cratere del terremoto, come è noto a tutti è un po' più esteso rispetto alle venti piazze di cui parla Renzi e visto che stavolta una scopa e un sacchetto dell'immondizia non sarebbero stati sufficienti a sgomberare le macerie che da nove mesi stazionano nei paesi di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo devastati dal sisma del 2016, stavolta le magliette gialle di Renzi si sono tarsformate in centri di ascolto.

Quali erano i temi, così come annuciato dal segretario del PD? "Accelerare la ricostruzione, richiamare il turismo, risolvere i problemi senza alimentare le tensioni: questo è ciò che vogliamo fare tutti insieme. E il nostro PD vuole stare in mezzo alla gente, anche dove ci sono problemi, non chiuso dentro i palazzi."

Queste le parole di Matteo Renzi per spiegare l'iniziativa. Parole a cui ha aggiunto: "Io tornerò di nuovo nelle zone del sisma, senza annunci ai giornali e senza telecamere come faccio da quando non sono più presidente del consiglio. Ma più della mia presenza è importante quella di tanti amministratori e parlamentari del PD come è accaduto oggi. Se c'è qualcosa da cambiare, si cambia e si prova a fare meglio. Se c'è da prendere qualche protesta, si prendono fischi e insulti. Ma noi non lasceremo mai soli gli italiani colpiti da questa terribile calamità. Avanti, insieme."

Evidentemente, nonostante lo "statista" toscano sia noto per essere molto puntuale nel controllare il territorio e le dinamiche elettorali ad esso collegate per tutelare il suo stare in politica, stavolta sembra che abbia preso una topica colossale.

Infatti, le sue magliette gialle che da operatori ecologici si sono trasformate in centri di ascolto sono andate nelle zone del terremoto, un po' pochine a dire il vero, a prendere nota di cosa finora era stato fatto e di cosa ancora c'era bisogno di fare.

In pratica, una pagliacciata. Pagliacciata di cui lo stesso PD doveva esser consapevole tanto da aver propagandato l'iniziativa con molta meno enfasi rispetto alla messinscena della scorsa settimana messa in atto a Roma.

Ma Renzi, non si ricorda di aver nominato un commissario straordinario del Partito Democratico per l'emergenza terremoto? Ma Renzi non sa che esiste una Protezione Civile che si occupa dell'emergenza insieme al Governo a maggioranza PD? E, infine, Renzi non sa che la quasi totalità dei Comuni coinvolti loro malgrado nei terremoti dello scorso anno in Centro Italia sono guidati da amministrazioni di centrosinistra e quindi dallo stesso Partito Democratico?

E qual è stato il risultato? Secondo quanto riportato dal vicesegretario PD Martina, "non sfugge a nessuno che c’è ancora molto lavoro da fare e se siamo qui è per ribadire ancora una volta la nostra presenza, il nostro impegno, la nostra volontà a fare sempre di più e meglio insieme a tutti quelli che vogliono dare concretamente una mano. Perché prendersi cura delle persone e dei territori è la nostra principale sfida".

Eppure per farsi dire cose tanto banali, da persone che addirittura appartengono allo stesso partito, sarebbe stata sufficiente una telefonata, una mail, uno scambio di battute in chat, una chiamata via Skype...

E per fortuna il Partito Democratico è un partito in cui si dialoga!