Nel corso del 2024, Israele ha vissuto un significativo rallentamento della crescita demografica, un dato che riflette il clima di instabilità politica e le conseguenze di un conflitto prolungato. Secondo l'Ufficio centrale di statistica israeliano, il numero di cittadini che hanno lasciato il Paese ha raggiunto livelli senza precedenti, contribuendo a una migrazione netta negativa e influenzando il bilancio demografico complessivo.
Nonostante Israele abbia superato per la prima volta i 10 milioni di abitanti, la crescita della popolazione ha subito un rallentamento marcato, scendendo all'1,1% rispetto all'1,6% dell'anno precedente e al 2,2% del 2022. Questo calo è attribuibile principalmente a una migrazione netta negativa e a un numero inferiore di nuovi immigrati rispetto agli anni passati.
Nel dettaglio, la popolazione totale ha raggiunto i 10.027.000 abitanti, includendo 7,7 milioni di residenti registrati come ebrei o "altri" (una categoria che comprende cristiani non arabi e persone senza etnia specificata nei documenti), 2,1 milioni di arabi e 216.000 stranieri. Quest'ultima categoria è stata conteggiata per la prima volta in modo esplicito, segnando una modifica nei criteri del censimento.
Il dato più rilevante del rapporto statistico riguarda però il numero di israeliani che hanno lasciato il Paese: 82.700 nel 2024, un aumento significativo rispetto ai 55.000 del 2023 e ai circa 35.000 registrati annualmente nel decennio precedente.
Ad ottobre 2024, si è registrata una migrazione netta negativa di oltre 10.000 persone, un dato mai visto prima, a fronte di un quasi equilibrio nello stesso mese dell'anno precedente. Tuttavia, nei mesi di novembre e dicembre, si è osservata un'inversione di tendenza con il ritorno di numerosi israeliani, probabilmente rientrati per contribuire allo sforzo bellico.
Nel 2024, Israele ha accolto 32.800 nuovi immigrati, circa 15.000 in meno rispetto al 2023, mentre 23.800 cittadini sono tornati nel Paese. Parallelamente, il numero di nascite ha raggiunto quota 181.000, di cui il 76% da madri ebree e il 24% da madri arabe.
Questi dati, uniti a un lieve aumento del tasso di mortalità (51.400 decessi), evidenziano un quadro demografico in evoluzione, dove il contributo della natalità alla crescita della popolazione sta diminuendo rispetto agli anni precedenti.