Un uomo non più giovanissimo, 83 anni, viene strattonato, tirato per un braccio. L'uomo sente dolore, si arrabbia e da uno schiaffetto sulla mano a chi voleva stringere la sua e si allontana più che accigliato.

Questo è semplicemente quello che è accaduto ieri a Papa Francesco, di cui avevo già parlato senza però avere le immagini che spiegassero chiaramente l'accaduto.

Dove sta il problema se non nella maleducazione - magari genuino entusiasmo - della donna che lo aveva strattonato con il rischio, serio, di farlo cadere o di slogargli il braccio?

La donna aveva forse scambiato il Papa per un souvenir e vedendolo così vicino non voleva farsi sfuggire l'occasione per poter dire di aver stretto la mano al Papa.

Cose che accadono alle persone in vista, anche a quelle che non abusano della popolarità per proprio tornaconto.

Nonostante ciò, il Papa oggi ha voluto comunque scusarsi per il suo umanissimo gesto: istintivo, naturale e persino dovuto.

Ma quella che si è rivelata una questione da nulla, un gesto naturale e persino dovuto, è stata sfruttata da delle persone inqualificabili (a dire il vero l'attributo non è per nulla corretto, perché se ne dovrebbero utilizzare altri ben più adatti per descrivere il livello di aberrazione raggiunto da certi individui) allo scopo di denigrare il Papa.

Dei vigliacchi, naturalmente, privi di intelligenza, ma soprattutto di vergogna, che adesso stanno cercando di trasformare una vittima in un carnefice a puro scopo politico per denigrare un Papa che vuole riportare la Chiesa al vero significato del Vangelo.

Così una banalità viene sfruttata da quelli che si definiscono sovranisti per montare una campagna contro il Papa perché non dice odiare ma amare, non dice respingere ma accogliere, non dice abbandonare ma aiutare.

E che sia così lo conferma il principale rappresentante dei cosiddetti sovranisti, quel tal Matteo Salvini, che insieme alla sua nuova ennesima fidanzata ha inscenato la solita pagliacciata che, fra l'altro, lo identifica per quello che è... letteralmente un'ammissione di colpa, una vera e propria confessione...