Il Qatar ospiterà nel 2022 i Campionati del Mondo di calcio e per l’intera durata si trasformerà in una Nazione gay-friendly.

La FIFA ha stabilito che la sede per i Mondiali di Calcio 2022 sarà per la prima volta in una nazione araba, il Qatar. Allo stesso tempo,  quelli in Qatar saranno i primi mondiali che si svolgeranno tra novembre e dicembre... prima sarebbe stato impossibile giocare a causa del troppo caldo.

Entrambe le scelte hanno scatenato più di una polemica con annesse accuse di corruzione nei confronti del Qatar per aver ottenuto l’appoggio delle altre Federazioni internazionali.

Non solo. Anche la realizzazione dei vari stadi ha scatenato l’indignazione internazionale per il pessimo trattamento salariale degli operai (la maggior parte immigrati dal Nepal, Bangladesh e India) oltre alla scarsa sicurezza nei cantieri, dove si sono registrati numerosissimi incidenti, tanto che gli operai deceduti, secondo alcune fonti, sarebbero numerosissimi, addirittura migliaia (dato comunque non verificato e che forse non sarà mai verificabile).

Inoltre, il Qatar non brilla certo per il rispetto dei diritti civili, in particolare per quelli della comunità LGBT+. Infatti, nell’Emirato è in vigore l’omofobia di Stato con pene fino a 3 anni di carcere e per i cittadini di fede musulmana è prevista pure la pena di morte.

Nonostante ciò, sull'altare dell'ipocrisia, per tutta la durata dei Mondiali, il Qatar ha offerto di trasformarsi in una Nazione gay-friendly, dopo un compromesso con la FIFA, consentendo la presenza e lo sventolio anche di bandiere arcobaleno (oltre che di possibili magliette)... ma solo all’interno degli stadi che ospiteranno le partite dei Mondiali.

Così si è espressa al riguardo Joyce Cook, responsabile FIFA, in un'intervista all’Associated Press:

“Sono una donna apertamente lesbica che opera nel mondo del calcio, quindi è qualcosa in cui mi sento personalmente coinvolta”. ... “Vedremo un cambiamento che sarà progressivo, iniiziando con le bandiere arcobaleno e le magliette che saranno benvenute negli stadi. Questo è un dato di fatto. Hanno capito che questa è la nostra posizione”.

Si tratta in realtà di un compromesso inutile per la lotta dei diritti civili LGBT+ in Qatar, siglato dalle parti solo ed esclusivamente per una questione di immagine. Quando i riflettori internazionali si saranno spenti sui Mondiali di Calcio il Qatar continuerà a consentire l'omotransfobia.