Nel 2022, in Italia, si registra un’inversione di tendenza rispetto al calo storico delle interruzioni volontarie di gravidanza (IVG). Secondo i dati trasmessi al Parlamento dal Ministero della Salute, il numero degli aborti è aumentato del 3,2% rispetto al 2021, raggiungendo 65.661 casi (+2.008 rispetto all’anno precedente). Parallelamente, crescono il tasso di abortività e il rapporto tra IVG e nati vivi, segnando un incremento rispettivamente del 5,1% e del 4,8%.


Profilo demografico e geografico
Le IVG sono maggiormente richieste da donne tra i 25 e i 34 anni, ma anche tra le minorenni si registra un lieve aumento. Nonostante ciò, l’Italia mantiene uno dei tassi di abortività più bassi a livello internazionale, in linea con un trend di decrescita che, dal 1983, ha visto una riduzione del 66,9%.

A livello regionale, il fenomeno mostra variazioni: mentre in Piemonte e Friuli-Venezia Giulia il tasso è rimasto invariato e in Sardegna è diminuito, la maggior parte delle Regioni ha registrato un incremento. Nelle isole, invece, i numeri sono rimasti stabili.


Metodi e tempistiche: il ruolo crescente dell’aborto farmacologico
Una delle principali novità riguarda l’aborto farmacologico, che nel 2022 ha rappresentato il 50,9% delle IVG, superando per la prima volta quello chirurgico. Questo aumento è stato favorito dall’uso del Mifepristone, da solo o in combinazione con prostaglandine, e da un accesso più precoce all’intervento: il 62,3% delle IVG è stato effettuato entro le prime otto settimane di gestazione.


Obiezione di coscienza in calo, ma ancora elevata
La percentuale di ginecologi obiettori di coscienza è diminuita dal 63,6% al 60,5%. Tuttavia, persistono disparità significative tra Regioni: in Molise gli obiettori raggiungono il 90,9%, mentre in Valle d’Aosta si attestano al 25%. Queste differenze influenzano l’accesso ai servizi per l’IVG, nonostante un’organizzazione sanitaria che continua a garantire tempi di attesa più brevi.


Dati socio-demografici
Nel 2022, il 41,4% delle IVG è stato effettuato da donne senza figli, un valore in crescita rispetto al 2021. Anche le donne nubili rappresentano una quota maggiore rispetto al passato (61,3%). Le IVG sono state effettuate per il 49% da donne occupate, in lieve aumento rispetto all’anno precedente.

Tra le minorenni, il tasso di abortività è salito al 2,2 per 1.000, pur mantenendosi inferiore rispetto agli standard europei. Nel complesso, la quota di IVG da parte di donne straniere ha visto un aumento del 4,9%, più marcato rispetto alle italiane (+2,9%).


Contraccezione e prevenzione
La distribuzione della contraccezione di emergenza ha registrato un’impennata: le confezioni di Ulipristal acetato (EllaOne) sono cresciute del 27,7% rispetto al 2021, a seguito dell’eliminazione dell’obbligo di prescrizione anche per le minorenni. Questo aumento evidenzia una maggiore consapevolezza nell’uso di metodi di prevenzione, ma resta la necessità di promuovere campagne educative mirate, specie tra le fasce più giovani.


Un quadro in evoluzione
Sebbene l’Italia resti un Paese con bassi tassi di abortività, i dati del 2022 segnalano un cambiamento importante. L’aumento del ricorso all’aborto farmacologico e il calo degli obiettori sono segnali di una maggiore efficienza del sistema sanitario, ma anche di un bisogno crescente di supporto e prevenzione. Occorre ora focalizzarsi su politiche che garantiscano un accesso equo e capillare ai servizi, promuovendo al contempo l’educazione sessuale e l’uso consapevole della contraccezione.