«Salvini e la destra di Meloni e Berlusconi ma pure i 5 Stelle hanno calpestato i diritti umani e la Costituzione per fare la  legge contro i migranti.Lo dice la Corte Costituzionale.Lo avevamo detto subito anche noi.Avevamo ragione nel merito anche con il nostro ricorso contro quelle leggi.Ora davvero non c’è più nessuna scusa per cambiare quelle leggi».

Questo è quanto dichiarato da Enrico Rossi in relazione al pronunciamento della Corte Costituzionale, avvenuto ieri, relativo ad una delle norme contenute nel "Decreto Sicurezza" che preclude l'iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo.

Così si è espressa la Consulta il 9 luglio:

«La Corte costituzionale ha esaminato oggi le questioni di legittimità costituzionale sollevate dai Tribunali di Milano, Ancona e Salerno sulla disposizione che preclude l’iscrizione anagrafica degli stranieri richiedenti asilo, introdotta con il primo “Decreto sicurezza” (dl n. 113 del 2018).In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio stampa della Corte fa sapere che la disposizione censurata non è stata ritenuta dalla Corte in contrasto con l’articolo 77 della Costituzione sui requisiti di necessità e di urgenza dei decreti legge.Tuttavia, la Corte ne ha dichiarato l’incostituzionalità per violazione dell’articolo 3 della Costituzione sotto un duplice profilo: per irrazionalità intrinseca, poiché la norma censurata non agevola il perseguimento delle finalità di controllo del territorio dichiarate dal decreto sicurezza; per irragionevole disparità di trattamento, perché rende ingiustificatamente più difficile ai richiedenti asilo l’accesso ai servizi che siano anche ad essi garantiti.»


Che cosa ha detto al riguardo il sempre loquace Salvini, responsabile di quel decreto, per commentare la decisione della Consulta? Nulla!