"Ho dato indicazione agli uffici del Senato di respingere l’inaccettabile pretesa di Michael O'Flaherty, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, di trasmettere a tutti i senatori la sua richiesta di non votare il disegno legge sicurezza che per altro è ancora in fase di esame davanti alle commissioni competenti.La lettera di O'Flaherty è arrivata agli uffici del Senato mentre mi trovavo in Bulgaria in visita al contingente italiano di stanza in ambito Nato e l'ho trovata un'inaccettabile interferenza nelle decisioni autonome e sovrane di un'assemblea parlamentare.Gli uffici, su mia indicazione, hanno tuttavia trasmesso la missiva al ministro dei rapporti con il Parlamento, senatore Ciriani, anche in considerazione del fatto che spetta primariamente al Governo intrattenere relazioni con le istituzioni europee. La stessa lettera è stata altresì inviata, per semplice conoscenza, ai presidenti delle due commissioni interessate. In entrambe le formali trasmissioni mi sono astenuto da ogni considerazione.Al di fuori degli atti ufficiali, la mia personale opinione è che ho trovato non solo irrituale ma contrario a qualunque principio democratico, che il signor Michael O'Flaherty (a me finora del tutto sconosciuto) chieda addirittura di non votare una legge per altro il cui testo è ancora in formazione e all'esame della Commissione. Personalmente non condivido le argomentazioni di quella lettera, ma ciò che conta, e che trovo inaccettabile, è che si voglia condizionare la volontà dei nostri Senatori di maggioranza e di opposizione durante l'iter di formazione di una legge, quasi che fossero incapaci di valutarne i contenuti e le conseguenze autonomamente".

Questo è quanto ha fieramente dichiarato quest'oggi il (post) camerata di FdI e (ahi noi) presidente del Senato, Ignazio La Russa, in merito alla lettera inviatagli il 16 dicembre dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa (organo che non ha alcuna relazione con le istituzioni dell'Ue, creato per promuovere la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto in Europa e non solo), in cui Michael O’Flaherty, chiede ai senatori di astenersi dall’adottare il disegno di legge 1236 sulla sicurezza pubblica, a meno che non venga sottoposto a emendamenti sostanziali che ne assicurino la conformità alle norme del Consiglio d’Europa in materia di diritti umani.

Nella lettera, il Commissario ricorda che i diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica, sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, sono pietre miliari della società democratica. Gli Stati membri godono di un certo margine di valutazione relativamente alla sanzione di interruzioni intenzionali nel contesto delle assemblee pubbliche, ma il loro potere discrezionale non è illimitato, come evidenziato dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Qualora venisse adottato, il disegno di legge 1236 introdurrebbe reati definiti in termini vaghi, criminalizzando, ad esempio, atti quali l’interruzione della circolazione su strada mediante l’uso del proprio corpo o il ricorso alla resistenza passiva nelle carceri e nei centri di detenzione. Il Commissario esprime preoccupazione per il potenziale impatto del disegno di legge, nella misura in cui rischierebbe di lasciare spazio all’applicazione arbitraria e sproporzionata delle pene e delle restrizioni previste, il che sarebbe contrario alle norme in materia di diritti umani.

L'immagine che segue è la risposta che La Russa ha inviato il 19 dicembre al commissario O'Flaherty...

Il giorno successivo il presidente del Senato, forse messo al corrente del contenuto della lettera che evidentemente non aveva letto o, più probabilmente, non aveva capito, se ne esce con la dichiarazione riportata ad inizio articolo in cui cerca di rigirare la frittata... con quattro giorni di ritardo.

Il motivo? Lo schiaffo istituzionale ricevuto, fatto passare da La Russa senza un pur minimo argine di indignazione per l'attacco al diritto dei (post) fascisti di varare una legge (post) fascista, avrebbe dato peso alle tesi della minoranze che giustamente si oppongono all'assurdo e incostituzionale disegno di legge liberticida che il governo di Giorgia Meloni mira a far passare in modo da azzerare in Italia la libertà di manifestare, per evitare che ciò possa diminuirne il consenso.

Naturalmente, una volta che tale legge sarà stata approvata, il governo Meloni metterà mano anche ad una riforma dei media per oscurare anche le ultime voci di dissenso presenti nel Paese. La legge, come accade in questi casi, sarà giustificata dall'esecutivo come necessaria per allargare la pluralità nel mondo dell'informazione.

I (post) fascisti agiscono così.