La guerra in Ucraina, in questo momento, è in una situazione di stallo, di cui la conquista di Severodonetsk sembra esserne la migliore dimostrazione. Infatti, nonostante i pesanti combattimenti nella città e nell'area, passi avanti da parte dei russi per prenderne il controllo non ne sono stati fatti. Lo stesso dicasi per le altre aree dell'Ucraina, oltre il Donbass, dove gli eserciti di Mosca e Kiev si fronteggiano.

La domanda è quanto ancora abbiano a disposizione i russi, di armi convenzionali da poter scaricare sull'Ucraina che, da parte sua, non sembra avere problemi nell'esserne rifornita? In attesa dei lanciarazzi britanni e americani, a Kiev arrivano copiosi obici di ogni tipo. Gli ultimi sono quelli della Norvegia che ha inviato venti M109 semoventi già in uso in prima linea.

Non potendo avanzare nel Donbass, la Russia annuncia che gli ucraini hanno subito pesanti perdite in quell'area, sia di uomini che di armamenti. L'Ucraina, dal canto proprio dichiara di aver fatto saltare in aria un deposito di munizioni russo che conteneva lanciarazzi multipli Grad, senza però  indicare data e località dell'attacco.

Qualche dettaglio in più, invece, Kiev lo fornisce nel bollettino aggiornato sulle perdite complessive dell'esercito russo a partire dal 24 febbraio: 31.500 soldati, 1393 carri armati, 3.429 veicoli corazzati da combattimento, 2.406 veicoli e serbatoi di carburante, 703 pezzi di artiglieria, 213 sistemi di lancio multiplo di razzi, 96 missili terra-aria, 178 elicotteri, 212 aeroplani, 559 droni e 13 imbarcazioni.


In base a quanto riferito dai media locali, più di 1.000 soldati ucraini che si sono arresi dopo la caduta di Mariupol sono stati trasferiti in Russia. In Ucraina, i difensori che a Mariupol per più di due mesi si sono asserragliati all'interno dell'acciaieria dell'Azovstal sono visti come eroi nazionali, mentre in Russia la pensano in tutt'altro modo, tanto che ci sono state richieste da parte di alcuni parlamentari di trattarli non come prigionieri di guerra, ma come criminali di guerra.

Intanto, Iryna Venediktova, procuratore generale dell'Ucraina, fa sapere di aver avviato dei procedimenti ufficiali per crimini di guerra contro soldati russi relativi ad altri otto casi, dopo le condanne già ottenute nei confronti di Vadim Shishimarin, Alexander Bobikin e Alexander Ivanov.


In queste ore si è concluso il colloquio tra i ministri degli Esteri russo Sergei Lavrov e quello turco Mevlut Çavuşoğlu, che in Turchia hanno discusso della possibilità di far riprendere i negoziati tra Mosca e Kiev e, soprattutto, della possibilità di far uscire il grano bloccato nei porti ucraini.

Una necessità duplice, sia perché l'Ucraina ha urgente bisogno di esportare il suo grano per dare sollievo alla propria economia, sia perché quel grano è essenziale per dar da mangiare a persone che finirebbero, letteralmente, per morire di fame.

Naturalmente, non è stato raggiunto nessun accordo, salvo l'aver concordato un piano per riparlare ancora del problema!