Dopo il voto in Abruzzo, i vertici del Movimento 5 Stelle sono come evaporati. In pubblico nessuna presenza e nessuna dichiarazione. Evidentemente, la ditta di gestione immagine e relazioni pubbliche da cui vengono manipolati non deve aver trovato la chiave giusta per far dimenticare la recente disfatta elettorale, oltretutto a vantaggio dell'alleato di governo... una doppia umiliazione.
Ma, a pensarci bene, non è detto che sia così. In realtà la chiave è stata trovata e si tratta solo di attendere qualche ora, i tempi tecnici necessari a far crescere la tensione sul nuovo evento: la pubblicazione della relazione costi/benefici sul Tav Torino Lione, per nascondere in toto il risultato delle regionali abruzzesi.
Che quella relazione sia il segreto di Pulcinella è ormai evidente a tutti, visto che i 5 Stelle nei giorni scorsi hanno ampiamente già annunciato e confermato l'inutilità dell'opera, facendo intendere come le loro dichiarazioni fossero ad essa collegate.
Nella serata di ieri, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha fatto sapere che l'analisi costi-benefici sul Tav è stata inviata a Palazzo Chigi, perché ne prendessero visione il premier Conte e i vicepremier Di Maio e Salvini.
Il ministro Toninelli, al riguardo, ha dichiarato che successivamente la relazione verrà pubblicata sul sito del suo ministero e "finalmente, potrà partire un dibattito pubblico talmente importante, a partire dai numeri" e si potrà capire "quanto ci costa, quanti sono i benefici. E non si creeranno opinioni su giudizi ma su dati scientifici."
Come sempre, le dichiarazioni di Toninelli sono sconcertanti per le implicazioni ad esse correlate, il cui senso pare sfuggire alla sua comprensione. Inutile, quindi, aprire una parentesi su questo aspetto.
Quello che comunque Toninelli sembra voler comunicare è l'intenzione di far diventare il no al Tav da parte dei 5 Stelle un elemento di riscossa, anche politica, nei confronti della Lega e di Salvini.
Nella relazione si dirà che i soldi per la Torino Lione son buttati e che quelle risorse devono essere destinate ad un elenco di priorità che i pentastellati non mancheranno di elencare.
Riuscirà il no al Tav ad essere la chiave della riscossa politica del MoVimento con un Salvini, adesso sugli scudi, che invece, pur adducendo motivazioni senza alcun senso e scollegate da qualsiasi dato reale, vuole comunque far proseguire i lavori in Val di Susa? E come quel no potrà non avere conseguenze sul Governo? Senza dimenticare il voto al Senato sul caso Diciotti...