Dopo aver risposto alle dichiarazioni di Giorgetti, che auspicava una Lega con una linea europeista allineata a Bruxelles sulle posizioni del PPE, con un incontro online con il premier polacco, Mateusz Morawiecki, e il premier ungherese, Viktor Orban per concordare la nascita di un gruppo sovranista nel Parlamento europeo, Matteo Salvini ha annunciato che entro fine anno la Lega terrà una "grande assemblea programmatica"... a Roma, a cui parteciperanno "tutti i rappresentanti del partito: sindaci, governatori, parlamentari, eurodeputati, membri del governo".

Nelle prossime ore, inoltre, i parlamentari leghisti si riuniranno in un Consiglio Federale che si terrà negli uffici della Lega alla Camera e che non potrà non avere come argomento principale la "guerra" tra Giorgetti e Salvini  per la guida del partito, ormai ufficialmente dichiarata.  


Qual è l'obiettivo dello scontro?

Giorgetti vede una Lega che si può definire "aziendalista", che appartenga al campo del conservatorismo europeo, supportata dal nord produttivo che, più che ai selfie e ai clandestini, pensi al fatturato: una  Lega del nord appoggiata dai presidenti di regione e dai sindaci della ex Padania.

Le capacità tecniche di Salvini sono pari allo zero. Lui non può raccattar voti dimostrando la bontà di questo o quel provvedimento in relazione alle sue possibili conseguenze illustrandone pro e contro nel medio e lungo periodo sulla base di analisi, bilanci, riferimenti storici... Salvini, da buon populista, si inventa dei nemici e li propone al popolo per dimostrare che sono loro la causa di tutti i loro problemi, aggiungendo che lui potrà soddisfare tutti i loro desideri, qualunque siano. 

Sicuramente l'approccio di Salvini è perfetto per acquisire consensi, finché non verrà messo alla prova almeno una volta... e finora è avvenuto solo in parte ed è finita con il leader leghista, in completa confusione, che era diventato oppositore dello stesso governo da lui sostenuto, in pratica oppositore di se stesso. 

Il suo ex braccio destro, Giorgetti, approfittando di quello che potremo definire effetto Draghi, vuole invece cogliere l'occasione per creare una nuova Lega che possa proporre programmi credibili e fattibili, in modo da poter durare al governo per più di una legislatura, senza rischiare un tracollo elettorale al turno successivo. Naturalmente, è una Lega in cui uno come Salvini diventerebbe meno di un comprimario, pertanto è comprensibile che uno come lui non possa rinunciare all'indirizzo sovranista da lui architettato.


L'altra domanda che la vicenda pone è perché Giorgetti abbia dato fuoco alle polveri proprio adesso?

Evidentemente ritiene che le lezioni del presidente della Repubblica possano segnare la fine anticipata della legislatura e lui, insieme ai suoi alleati, non vuole farsi trovare impreparato. Alleati? È impensabile che dei politici più che navigati si lascino sfuggire dichiarazioni come quelle di Giorgetti. Ed è impensabile che tali dichiarazioni siano rilasciate senza aver preventivamente architettato un progetto con tanto di alleanze e prospettive.

Chi sono gli alleati? I parlamentari di Forza Italia che si sono da tempo resi conto che Berlusconi non è eterno, i renziani che si devono ricollocare e che ormai apertamente fanno alleanze con i forzisti in tutta Italia (dopo la Sicilia, Rieti), probabilmente i "calendiani", il partito della  Bonino...

Questa è la spiegazione più logica di quanto sta accadendo in queste ore ed anche l'ulteriore riprova dell'assoluta mancanza di considerazione da parte della classe politica italiana nei confronti dei propri elettori... ma, per l'appunto, questo lo sapevamo già.