La Zappalà Spa come l’Ilva di Taranto; declino dell’industria italiana.
Quanto sta succedendo all’Ilva di Taranto e alla Zappalà Spa, è qualcosa che va oltre le vicende industriali di due aziende operanti in settori diversi della produzione industriale.
Può essere considerato, invece, paradigma della nostra società. Esempio, quindi, della dissoluzione di una Nazione, che, oltre, a perdere sempre più i connotati caratterizzanti, dal punto di vista sociale, depaupera il proprio patrimonio industriale con disastrose conseguenze sotto il profilo della produzione e dell’occupazione.
Le vicende dell'Ilva, per la sua connotazione internazionale, sono tristemente note ai più. Meno note invece sono le vicende, anch’esse drammatiche, che afferiscono l’azienda siciliana, produttrice di latticini e derivati.
La Zappalà Spa era cresciuta a tal punto da diventare, negli anni passati, il fiore all’occhiello dell’industria casearia siciliana e tra le prime a livello nazionale. Poi, inspiegabilmente, il lento ma continuo declino. Fino ad arrivare al punto di licenziare ben 15 dipendenti del reparto produzione.
Tutto è derivato dalla volontà dell’azienda di trasferire i reparti produttivi da Zafferana Etnea a Ragusa. Motivando il tutto con un inspiegabile “piano di rilancio” dell’azienda che avrebbe portato la Zappalà Spa agli antichi fasti, permettendo, tra l’altro, la riassunzione delle maestranze.
Ruoterebbe, attorno a siffatta operazione, un finanziamento disposto dalla regione di ben 10 milioni di euro. Intanto i lavoratori, come è facile comprendere, sono in preda alla disperazione.
Hanno da parte loro avanzato delle proposte che l’azienda non ha ritenuto di accettare, e che noi del MSFT non condividiamo.
I lavoratori, pur di preservare i livelli occupazionali, avevano proposto all’azienda anche la disponibilità ad una riduzione dello stipendio e ad un abbassamento del livello dell’anzianità.
Noi, dicevamo prima, non condividiamo questa proposta. Noi riteniamo che a fronte di una reale e accertata difficoltà dell’azienda, lo Stato debba intervenire tutelando la produzione ed il lavoro delle maestranze.
Dovrebbe farlo anche con una gestione commissariale dell’azienda e in seguito favorendo la socializzazione dell’azienda stessa. Si da permettere ai lavoratori una gestione diretta, compartecipata, dell’azienda stessa.
La cosa, ricordiamolo, è espressamente prevista dalla nostra costituzione all’art. 46 che riportiamo per esteso: "Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende".
Questa, a nostro modo di vedere, la sola percorribile strada per dare slancio ad una azienda che si vuole, invece, depauperare. Lo Stato non permetta che alla Zappalà Spa succeda quello che è successo a tante, troppe, aziende italiane.
Mario Settineri
Segretario regionale MSFT
Massimiliano Vadalà
Commissario cittadino Zafferana Etnea MSFT