Come potremmo riassumere la direzione del Partito Democratico che si è svolta lunedì? Difficile riassumerlo in una sola battuta. Cominciamo pertanto con il dire che è stato un nulla di fatto come confermano le parole di Maurizio Martina, incaricato di "traghettare" il Pd verso l'Assemblea Nazionale prima ed il Congresso poi per eleggere il nuovo segretario. Non è ben chiaro se le primarie si svolgeranno o meno.
"Sarebbe sbagliato liquidare sbrigativamente il voto e per questa ragione propongo a breve la riconvocazione della Direzione Nazionale anche con tutti i parlamentari eletti per andare in profondità nell’analisi e nel confronto fra noi per capire quello che è successo."
Quindi, per poter conoscere, secondo il Pd, quali siano stati gli errori che hanno portato quel partito a prendere poco più del 18% dei voti, quando alle europee del 2014 ne aveva raccolti quasi il 40%, è ancora presto.
In ogni caso, Martina ha ammesso che degli errori sono stati fatti, anche se debbono ricadere su tutti e non solo sul segretario dimissionario, Matteo Renzi!
In attesa di capire quali siano, Martina cerca di giustificare la sconfitta dicendo che in Europa la sinistra non "tira" più come una volta. Ai nuovi problemi, o almeno percepiti come tali, di immigrazione e sicurezza, la sinistra europea deve trovare delle proposte che non sono in grado di fornire né la "Terza Via" di Blair, né la socialdemocrazia del novecento, né le ricette legate "all’audacia della speranza" di Obama.
"Manca ancora una risposta globale di sinistra, progressista e democratica, a questo radicale mutamento - ha detto Martina - dove globalizzazione e rivoluzione tecnologica espongono le persone a nuovi rischi."
Insomma, l'analisi del Pd è riassumibile con una frase del tipo "mal comune, mezzo gaudio"? Secondo Martina, no! Il Pd ha responsabilità proprie ed ha commesso degli errori che stanno alla base di quanto accaduto. Bene... quali sono? Boh... Martina non l'ha detto!
In compenso, con orgoglio, ha fatto però presente che "le conquiste e i risultati rimarranno, oltre i limiti e gli errori". Anche in questo caso non è possibile sapere quali siano stati i risultati positivi che il Pd avrebbe ottenuto. In compenso, però, pare assodato che questi siano stati messi in secondo piano da "disuguaglianze, precarizzazione e insicurezza" su cui la Lega, utilizzando concetti come razza e nazione (prima gli italiani), e i Cinque Stelle, con la class action dei cittadini contro la politica, hanno costruito il loro successo.
E per il futuro, per quanto riguarda la necessità di dare un governo al Paese? "Cari Di Maio e Salvini prendetevi le vostre responsabilità. Misureremo insieme ai cittadini le vostre coerenze, giorno per giorno, rispetto a quello che avete promesso facilmente e raccontato in mesi e mesi di propaganda senza limiti.
Quanto alle presidenze delle Camere, noi richiamiamo le forze politiche, e prima di tutto chi ha vinto, al dovere di garantire che questi ruoli siano affidati a figure autorevoli ed equilibrate in grado di rappresentare pienamente gli interessi collettivi secondo la Costituzione."
Come è possibile comprendere dalle parole del segretario reggente, il Partito Democratico continua imperterrito nella sua operazione di mancata analisi che lo ha portato ad ottenere quasi gli stessi voti della Lega!
Non solo... anche da parte delle opposizioni interne si nota la stessa intenzione. Basta prendere a prestito ciò che è stato il commento di Michele Emiliano alle parole di Martina: "Abbiamo apprezzato la voglia di unità e di direzione collegiale del partito di Martina, e quindi la mia area darà un'astensione di incoraggiamento a Martina verso un'apertura che consenta all'Italia di essere governata."
Ma se come chiusura del proprio discorso Martina ha confermato che non vuole governare con nessuno! Non solo. Emiliano ha pure detto che l'unica ipotesi di governo possibile è con i 5 Stelle, anche per evitare che Lega, Forza Italia e Movimento 5 stelle - che insieme hanno i numeri per fare una maggioranza - possano decidere di unirsi e cambiare la Costituzione... persino senza referendum, aggiungendo infine "che l'Aventino del Pd metterebbe in pericolo la democrazia italiana."
Dopo questo breve riassunto, cui si potrebbe inserire l'ennesima stancante dichiarazione di Renzi che adesso sembrerebbe nuovamente interessato alla guida del partito dopo aver smentito più volte tale ipotesi nei giorni scorsi, è chiaro che il Pd continua ad evitare di prendere in esame il problema principale che ne ha caratterizzato la disfatta.
Una sinistra di nome e non di fatto che rappresenta gli interessi della Confindustria e non quelli dei lavoratori, indica i sindacati come un male per il Paese ed utilizza le "riforme" come metodo clientelare per crearsi un consenso elettorale, perché dovrebbe essere votata dagli elettori che vorrebbero invece votare un "vero" partito di sinistra?
Quando il Pd, perlomeno, inizierà a porsi questa semplicissima domanda (almeno) sulla base degli argomenti sopra elencati, allora sarà effettivamente il momento in cui potrà avere la speranza di risorgere... purché riesca a darsi la risposta giusta, che è anche quella più ovvia: riprendere ad essere un partito di sinistra che rappresenti persone, valori e ideali che la sinistra dovrebbe rappresentare. In fondo non è difficile e Jeremy Corbyn in Gran Bretagna ha iniziato a farlo. Non dovrebbe essere tanto complicato prenderlo ad esempio.