A maggio vi saranno le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea dell'Irlanda del Nord, un appuntamento che può essere indicativo sullo stato di salute dei tories, mentre il premier Boris Johnson si sta giocando molto per poter restare al comando del partito e del governo.
In pratica la campagna elettorale è già cominciata e la crisi militare in Ucraina gli offre innumerevoli spunti per dichiarazioni clamorose al limite della gaffe. L’ultima è stata quella in cui ha paragonato la lotta del popolo ucraino al voto sulla Brexit.
Ed Davery, leader dei liberaldemocratici, lo ha definito “un imbarazzo nazionale”, mentre Ian Blackford dello Scottish National Party ha detto le sue parole sono state “grossolane e sgradevoli”.
Boris Johnson is a national embarrassment. His buffoonery contrasts with the courageous leadership of President Zelensky. To compare a referendum to women and children fleeing Putin's bombs is an insult to every Ukrainian. He is no Churchill: he is Basil Fawlty.
— Ed Davey MP 🔶 🇬🇧 🇪🇺 (@EdwardJDavey) March 19, 2022
Infine Donald Tusk, ex premier della Polonia ed ex presidente del Consiglio europeo, ha denunciato: Boris, le tue parole offendono gli ucraini, gli inglesi e il buon senso.