Per esprimere concetti talvolta semplici, ma al contempo complessi da spiegare, scaviamo affannosamente tra le oltre 150 mila parole di cui è composta in media una normale lingua moderna (oltre 350.000, per quella italiana). In realtà usiamo la nostra conoscenza che ci limita quasi sempre a un lessico del 10% al massimo rispetto al vocabolario disponibile (per i più istruiti).

Ridurre una questione all’essenziale è difficile. Come ora, che vorrei parlarvi delle virtù umane; e tante volte ho affrontato quest’argomento, come farò ancora in futuro, con la stessa affannosa ricerca di vocaboli, definizioni, citazioni, per contrastare le anti-virtù dell’egoismo.

Per esempio, proprio l’egoismo. In esso si è cercata la parola, dopo non si sa per quanto tempo, per racchiudere l’essenza del male. Poi da essa sono state estratte le due sorelle: ipocrisia e dispatia (mancanza di empatia). E.I.D., se vi piacciono le sigle. E non serve nient’altro per descrivere il male.

Non resta che semplificare l’opposto. E in questo caso la parola sarebbe umanità. E da essa estrarre altre due sorelle: umorismo e umiltà. Queste sono le tre “U” dell’homo sapiens… sapiens! Anche qui non serve altro: abbiamo descritto il bene.

E.I.D. contro U.U.U.

A cercare semplicemente gli antonimi delle parole avremmo avuto altruismo, sincerità ed empatia, a descrivere il bene. Ma sono termini troppo abusati; risulterebbero solo come melense rappresentazioni di realtà divenute inspiegabilmente utopiche. Non dovrebbe essere così, ma è così.

Questa però non è una ricerca di qualche termine alternativo rispetto a quelli inflazionati, ma una più genuina esposizione delle virtù umane che potrebbe resistere agli insipidi significati che ormai si attribuiscono a certi termini. Un'ambizione che parte dal presupposto di non cercare i significati stessi nelle parole, partendo da concetti astratti, ma cercando termini autoesplicativi che abbiano anche una matrice comune e materiale: l’essere umano stesso.

Questa matrice ha luogo nella radice etimologica latina “homo” che hanno tutte e tre le parole umanità, umorismo e umiltà, dalla quale poi possiamo derivare i significati di ogni altro termine contrario all’E.I.D.

Umanità (in antitesi con l’egoismo) è l’insieme delle qualità positive degli esseri umani. La sua radice “homo” distingue la natura umana da quella animale: istintiva e naturalmente egoistica. Tale epurazione, che trainerebbe anche l’ipocrisia e la dispatia, fa sì che rimangano solo le qualità positive della natura umana. Quindi, basterebbe dire «Siamo umani», per declamare la propria natura positiva, e non solo per distinguersi come specie.

Umorismo, come primo termine succedaneo che suggerisce un comportamento imprescindibile dell’”homo”, cioè l’abilità unica dell’essere umano di poter cogliere il lato divertente, scanzonato, e talvolta grottesco, della vita. Soprattutto della propria, nel più intimo di sé stessi come individui imperfetti e soggetti a continui errori, che con autoironia s’irridono e sottolineano tali errori apertamente trasformandoli in atteggiamenti positivi. Mentre verso gli altri colgono il dramma e allentano la tensione, attivando un potentissimo strumento di intelligenza emotiva.

Umiltà, altro irrinunciabile surrogato dell’”homo” consapevole dei propri limiti e privo di qualunque volontà prevaricatrice. Dote essenziale per seguire la via della saggezza, con completa apertura al nuovo, all’imparare senza sosta, a fare continue esperienze senza alcuna pretesa né atteggiamenti di prepotenza o arroganza. Cura naturale delle relazioni interpersonali basate sul rispetto dell’essere umano in quanto tale, e non per quello che possiede o conosce.

Tre parole, dunque, la cui radice comune è “homo”. Non serve altro.

Se ciascuno di noi riesce a riconoscersi in tali virtù, piuttosto che coltivarle o iniziare da oggi a ricercarle e farle rinascere, sarà quell’”homo sapiens sapiens” che crede probabilmente di essere.

📸 base foto: Sebastian Ganso da Pixabay