Salvini, in serata, decide che la crisi deve essere ufficializzata in Parlamento e convoca deputati e senatori che dai luoghi di vacanza dovranno tornare in Aula.

Di Maio continua a lavorare ricordando che manca un solo voto per ridurre di 345 unità i parlamentari nelle due camere e auspica che il Parlamento, prima di ufficializzare la crisi, faccia passare quel provvedimento, per poi andare al voto.

Ma quel che Di Maio dimentica di aggiungere, o forse addirittura non sa, è che se quel provvedimento passasse, nella migliore delle ipotesi, al voto potremmo andare tra sei mesi circa... per ragioni tecniche, poiché dovrebbero essere rivisti i numeri dei collegi da redistribuire in base al ridotto numero dei seggi.

In tarda serata, poi, è stata la volta di Conte che è apparso in video ai giornalisti a Palazzo Chigi per ufficializzare la situazione e lo stato di crisi in atto nel Governo.

Rispetto al passato, però, Conte non ha mediato, mostrando, comunque in rapporto al suo stile sempre pacato, tutta la sua irritazione nei confronti di Salvini, a cui, come ha anticipato, non farà sconti, attribuendogli, tra l'altro, l'esclusiva responsabilità di questa crisi.

Un primo antipasto, lo abbiamo avuto questa sera quando Conte ha detto che Salvini gli ha confessato che la crisi da lui messa in atto mira a capitlizzare il suo attuale consenso nel Paese e ha poi voluto sottolineare l'infondatezza delle parole del ministro dell'Interno, negando che il Governo del cambiamento sia stato il governo del no, tutt'altro. 



"Questo Governo - ha dichiarato Conte - ha sempre parlato poco e lavorato molto. Questo Governo da me coordinato si è adoperato incessantemente per realizzare innumerevoli progetti di riforma a beneficio di tutti gli italiani. Non accetterò più quindi che vengano sminuiti la dedizione, la passione con cui gli altri ministri, tutti i viceministri, tutti i sottosegretari, insieme a me, hanno affrontato l'impegno di governo. E non posso accettare che sia svilito il cospicuo lavoro svolto dai parlamentari".

Inoltre, Conte ha voluto anche sottolineare che la responsabilità della crisi è da attribuire alla Lega.