Netanyahu Denuncia una "Caccia alle Streghe" nelle Indagini su Documenti Classificati Rubati
In un video di quasi nove minuti, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è tornato a parlare del mandato d'arresto emesso dalla CPI nei suoi confronti, a cui ha fatto poi seguire una filippica contro chi sta conducendo le indagini in relazione al caso Eli Feldstein, uno dei suoi portavoce, accusato di aver trasferito informazioni sensibili con l'intento di danneggiare Israele.
Feldstein è stato incriminato per possesso illegale di informazioni classificate, ostruzione della giustizia e, soprattutto, per il trasferimento di tali informazioni con un presunto intento doloso. Quest'ultima accusa, la più grave, potrebbe portare Feldstein ad una condanna all'ergastolo.
L'indagine, evidentemente, sembra possa riguardare direttamente anche lo stesso premier, vista la verve con cui ha preso le parti del proprio dipendente, definendo le accuse "ridicole" e "spregevoli".
Ma non è tutto. Netanyahu ha infatti denunciato anche il modo con cui Feldstein e un sottufficiale delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) coinvolto nella vicenda sono stati trattati. Secondo il premier, entrambi sono stati sottoposti a condizioni che descrive come "disumane":
"I giovani vengono trattati come i peggiori terroristi, ammanettati per giorni, senza accesso agli avvocati e con i loro diritti fondamentali violati".
Il premier ha accusato il sistema giudiziario di utilizzare questi metodi per "spezzare" gli imputati, inducendoli a confessare crimini non commessi, accorgendosi solo adesso di ciò a cui i palestinesi sono sottoposti da decenni.
Netanyahu ha spiegato che, in qualità di primo ministro, riceve abitualmente documenti classificati di importanza strategica. Tuttavia, ha aggiunto, questi documenti non sempre gli vengono consegnati direttamente, utilizzando alcuni funzionari per trasferirli dall'IDF al suo ufficio. E questo, a suo dire, sarebbe quanto accaduto nel caso Feldstein.
Con la sua dichiarazione, sembra voler convincere gli israeliani che l'indagine su Feldstein sia parte di una strategia per destabilizzarlo in un momento critico per il Paese.
Il vero momento critico riguarda però il fatto che Netanyahu dovrà testimoniare, a partire dal mese prossimo, nel processo penale in cui è accusato di tre casi di corruzione, dopo che il tribunale ha respinto il tentativo di rinvio da lui presentato, giustificato dalla necessità di gestire il conflitto in corso. Pare abbia prodotto anche un documento fatto redigere dallo Shin-bet in cui si afferma che per motivi di sicurezza non possa sostare per troppo tempo in uno stesso luogo. Ma non è servito.
I familiari dei prigionieri a Gaza non hanno dubbi e accusano Netanyahu di aver prolungato e inasprito il conflitto per evitare di arrivare a questa fase del processo che lo avvicinerebbe poi alla sentenza: "un prezzo pagato da 101 persone rapite", ha detto uno dei parenti alla conferenza stampa che ogni settimana le famiglie tengono fuori dalla base di Kirya a Tel Aviv, prima della manifestazione antigovernativa del sabato all'ingresso di Begin Road, quartier generale dell'IDF.