Se non avete già letto la prima parte dell'articolo vi consiglio di farlo qui: “Tassazione progressiva... (Prima Parte)”.
In questa seconda e ultima parte esamineremo l'alternativa della “flat-tax” al sistema di tassazione progressiva già discusso nell'articolo precedente.
Per capire i termini e i limiti di un sistema a “tassa piatta” semplifichiamo il ragionamento alla sua essenzialità: un'aliquota unica al 10% per qualsiasi volume di reddito. Quindi: guadagno 20.000 euro, pago 2.000 euro di tasse; guadagno 10 milioni di euro, pago 1 milione di euro di tasse.
E così abbiamo appena creato un altro sistema win-lose!
Ciò che accade è che solo due dei tre nostri attori stanno vincendo: vincono tutti i cittadini, ossia il ceto abbiente e quello medio-basso; ma è una vittoria di Pirro! Perché l’altro attore, essenziale ai cittadini, ossia lo Stato, è clamorosamente perdente poiché finisce per non avere sufficienti risorse a garantire i servizi essenziali, figuriamoci la qualità degli stessi.
Lo vediamo già oggi, al di la di qualsiasi economia di spesa (la cd. “spending review”) lo Stato eroga servizi già altamente scadenti su settori primari come sanità, scuola e giustizia, ed è praticamente a lumicino nel welfare.
Ma sapete che altro c’è? Non è fino in fondo vero che vincono tutti i cittadini. Mi rimangio quanto detto sul punto qualche rigo sopra e rilancio con una flat-tax che inizia a tassare quel 10% da 50.000 euro in su. Quindi una colossale “no tax area” che arricchisce tutti e pagano solo quelli che guadagno più di quei 50 mila. Secondo voi sta vincendo di più il ceto medio-basso?
Beh, i ricchi, tassati al 10% (ma anche al 50!), non hanno bisogno dei servizi dello Stato (li comprano nel privato), mentre tutti gli altri si. Non avranno possibilità di farcela anche se sono detassati. Fatevi bene i conti.
Per applicare una flat-tax nonostante tutto questo occorrerebbe pescare altrove. Si potrebbe pensare al mancato gettito dovuto all'evasione fiscale, soprattutto delle holding che usano scatole cinesi e riducono i profitti facendo fare al denaro il giro turistico del pianeta. Ma per farlo occorrono ingenti risorse economiche da investire in questa lotta, quindi prima di poter giocare con la flat-tax bisognerebbe gettare queste basi, e solo quando si recupererà il gettito dell'evasione si potranno fare sconti sulla tassazione. Non prima, ed è impossibile farlo contemporaneamente. E deve risultarvi ovvio come il sole che sorge tutte le mattine, se avete letto bene questo paragrafo. Come ovvio sarà il fatto che una volta applicata la flat-tax l’eventuale evasione recuperabile si assottiglierebbe proporzionalmente (meno tasse, meno denaro da poter evadere/recuperare).
Naturalmente, uno Stato che si impoverisce ulteriormente deve parimenti delegare le questioni di un già precario welfare a benefattori esterni che a loro volta beneficiano della flat-tax. E dovrà farlo anche per altre cose, come servizi essenziali alla sanità pubblica. Dipenderemo, più o meno, da nobili filantropi come i Ferragnez, che bontà loro acquistano flotte di autoambulanze per donarle agli ospedali sprovvisti, come annunciato qualche mese fa. Il gesto in sé è bellissimo, ma non si capisce il senso di dover dipendere da privati quando l'onere di garantire un servizio pubblico (PUBBLICO!) è dello Stato.
Un evidente corto circuito. Perché uno Stato che funziona deve avere soldi, e così potrà garantire direttamente ciò che serve; se invece si deve ricorrere ai Ferragnez di turno allora vuol dire che c'è un’emorragia che devia le risorse economiche dello Stato verso i privati, i quali diventano troppo ricchi e - forse facendosi qualche esame di coscienza - reimmettono volontariamente quello che gli pare nel circuito di spesa per i servizi pubblici.
Tutto questo è più assurdo o più ridicolo, secondo voi?
Pensate, l'insospettabile Bil Gates - secondo uomo più ricco del mondo - si dava la zappa sui piedi in un'intervista con la CNN del 2018, affermando qualcosa del genere: «I super ricchi dovrebbero pagare tasse significativamente più alte», criticando la riforma di Trump che giudicava “non progressiva ma regressiva”. Non è l'unico, e non vi stupisca se vi dico che esiste una rete mondiale di “super ricchi” che prova a convincere i governi ad applicare un vero sistema di tassazione progressiva che faccia pagare molto di più coloro (loro!) che sono in cima alla lista.
Sono folli?
In realtà l’assunto prende le mosse dalla constatazione che sia ormai divenuto indispensabile costruire una rete di “sicurezza umana” (Gates, sic!) su cui possa poggiare la ricchezza sostenibile, e non infinita, proprio di quelli che stanno in cima alla lista. Non è dunque un fine totalmente altruistico, ma il “pagare di più” è diventato necessario a garantirsi ciò che resta ed evitare che si perda tutto. Non lo comprendono tutti i “super ricchi”, infatti la maggior parte di loro continua a fare rete per aumentare il gap, anziché ridurlo.
Se avete letto fin qui e siete ancora convinti che la flat-tax sia una buona idea rispetto ad un sistema progressivo, avete un grosso ostacolo mentale da rimuovere. Lavorateci ancora, e bene!
Nel frattempo vi fornisco qualche altra utile informazione.
La flat-tax esiste già (eh già!). Non è quella di cui abbiamo discusso sin qui, e nemmeno quella di cui stanno parlando alcuni politici, ossia la “flat-tax dei povery”. Quella che esiste da tempo ormai immemore e la “flat-tax dei ricchi”, via via rimodulata per accontentarli fino a renderli oggi i padroni del mondo. Per il momento, qui da noi, si è fermata al 43% dai 55 mila euro in su.
Sicché un privato può tranquillamente diventare più ricco dell'intero prodotto interno lordo di uno Stato. Va più o meno così nel resto del mondo - vedi cosa diceva Bill Gates - infatti abbiamo magnati che sarebbero in grado di comprare intere nazioni di questo strampalato pianeta.
Ecco di cosa ci si deve urgentemente preoccupare. Sgombrate la foschia che vi sbuffano negli occhi con la “flat-tax dei povery” e protestate vigorosamente contro quella che già esiste, dei ricchi. Pretendete un vero sistema di tassazione progressivo che liberi i redditi minori e preveda una ben più ampia “no tax area”, mentre dall'altro lato si attacchi ai mega redditi per redistribuire la ricchezza come originariamente pensarono i padri costituzionalisti.
Questo è l'unico, plausibile e logico, sistema win-win che sia possibile realizzare oggi.