L'Italia affronta una carenza critica di medici di medicina generale (Mmg), con oltre 5.500 posti vacanti e crescenti difficoltà per i cittadini nel trovare un medico di famiglia, soprattutto nelle grandi regioni come Lombardia, Veneto e Campania. Il fenomeno, alimentato da migliaia di pensionamenti e dal calo di interesse tra i giovani medici, si scontra con una popolazione sempre più anziana e fragile: nel 2023, gli over 65 erano 14,2 milioni, di cui il 54,5% affetto da due o più patologie croniche. A fronte di questa emergenza, la politica propone di trasformare i Mmg in dipendenti del Ssn, soluzione criticata per la mancanza di valutazioni d'impatto economico e organizzativo.
I Mmg operano in regime di convenzione con le ASL, regolati da accordi nazionali e regionali che non hanno tenuto il passo con l'evoluzione demografica. Il numero massimo di assistiti per medico, fissato a 1.500 nel 1984, oggi è insostenibile: gli over 65 sono raddoppiati in 40 anni e si prevede raggiungeranno il 29,4% della popolazione entro il 2034. "Il carico di lavoro è aumentato esponenzialmente, compromettendo la qualità delle cure", avverte Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
I dati sono allarmanti...
- Sovraccarico territoriale: Il 51,7% dei Mmg supera il tetto di 1.500 pazienti, con picchi del 74% in Lombardia e 68,7% in Veneto.
- Pensionamenti in arrivo: Tra il 2024 e il 2027, 7.345 medici raggiungeranno l'età pensionabile, con picchi in Campania (1.000) e criticità anche al Nord.
- Crollo delle nuove leve: Nel 2024, solo 2.240 candidati per 2.623 borse di studio, con deficit del 15%. Regioni come Marche e Molise registrano vuoti fino al 68%.
a causa di criticità strutturali:
- Programmazione carente: La mancata correlazione tra pensionamenti e nuove assunzioni ha creato un vuoto generazionale.
- Disomogeneità regionali: I 21 Accordi Integrativi Regionali generano disparità nella distribuzione dei medici, con zone "desertificate" anche nelle città metropolitane.
- Risorse in calo: La spesa per l'assistenza convenzionata è scesa dal 6,2% (2012) al 5,2% (2023), con un taglio di 4,93 miliardi di euro in 11 anni.
Come risolvere tale situazione? Il governo punta con il rendere dipendenti i Mmg per garantirne la presenza nelle Case di Comunità del Pnrr. Tuttavia, Cartabellotta mette in guardia: "Manca una valutazione d'impatto. Servono interventi strutturali, non solo un cambio di status". Criticate anche l'assenza di dialogo con i medici e misure tampone come l'aumento dell'età pensionabile a 72 anni o l'innalzamento del massimale a 2.000 pazienti.
Se la professione continuerà a perdere appeal, entro il 2027 il ricambio generazionale sarà insufficiente. "Milioni di persone rischiano di rimanere senza medico, peggiorando la salute pubblica e vanificando gli investimenti del Pnrr", conclude Cartabellotta. Servono urgenti riforme che valorizzino il ruolo del Mmg, investano in formazione e risorse, e garantano equità territoriale.
La crisi dei Mmg è un sintomo del sottofinanziamento cronico del Ssn e di politiche miopi. Senza un piano strategico che coinvolga istituzioni, professionisti e cittadini, l'Italia rischia di trasformare un'emergenza sanitaria in un collasso sistemico, con conseguenze drammatiche per anziani e fragili. Rendere i medici dipendenti statali non basta: serve una rivoluzione culturale che restituisca centralità alla medicina del territorio.