Mentre prosegue il massacro di palestinesi nella striscia di Gaza, l'Europa ha assunto una posizione di aperto appoggio a Israele.
Il rapporto tra le istituzioni europee e il governo dello Stato ebraico è molto cambiato a partire dagli anni 2000 quando a Bruxelles hanno aperto la propria sede molti gruppi di pressione a favore di Israele che in breve tempo sono riusciti a mettere radici nel Parlamento e nella Commissione europea"...
È una questione di lobby, come titola il servizio di Report andato in onda domenica 12 gennaio.
Dobbiamo stupircene? No. Perché Israele, con il supporto delle comunità ebraiche nei vari Paesi in tutto il mondo, opera così: l'appoggio alla politica sionista (supportata dall'apartheid e adesso dal genocidio) viene ricambiato con affari e prebende.
Un do ut des immondo sulla pelle dei palestinesi.
lnet, l'European Leadership Network, è una lobby specializzata in organizzazione e finanziamento di viaggi di parlamentari in Israele. Anch'essa con radici negli Stati Uniti, paga le spese di viaggio e di soggiorno alle delegazioni dei vari parlamenti europei, organizza incontri con i vertici militari e istituzionali d'Israele.
Elnet ha sede in tutta Europa e di recente ha aperto un proprio quartier generale anche a Roma dove tiene conferenze pubbliche a cui partecipano politici di tutti gli schieramenti e anche ex membri dei servizi segreti italiani come Marco Mancini.
Una collaborazione, quella con Israele, che riguarda anche, se non soprattutto, il settore degli armamenti.
L'Unione europea, con i soldi pubblici di vari programmi europei, tra cui Horizon 2020 - che ufficialmente dovrebbe limitarsi a sostenere la ricerca scientifica e fornire contributi economici esclusivamente a progetti accademici - ha finanziato per oltre 5 milioni di euro le principali industrie belliche dello Stato ebraico: Elbit, Israel Aerospace Industry e Rafael.
Una situazione che la stessa Commissione Europea ha giudicato imbarazzante: per questo ha scritto nuove regole per il programma Horizon che vietano il finanziamento di progetti che abbiano scopi bellici. Un'enorme massa di finanziamenti all'industria bellica israeliana è arrivata anche dall'agenzia europea Frontex.
Nei pattugliamenti della frontiera tra Europa e Africa l'agenzia utilizza droni della società israeliana Elbit system: gli Hermes 900, usati in Palestina e in altri scenari di guerra per missioni di ricognizione tattiche ma anche per sganciare missili e uccidere. Il progetto è stato avviato nel 2018.
E nonostante tutto questo per il ministro degli Esteri Tajani...
Il genocidio in atto a Gaza che ha portato al massacro di oltre 46mila palestinesi (cifra sottostimata) è frutto dell'attività lobbistica che fa capo allo Stato ebraico. Lo stesso dicasi per quanto sta accadendo in Cisgiordania dove il cosiddetto Consiglio Supremo di Pianificazione dell'Amministrazione Civile di Occupazione, nelle ultime sei settimane, ha approvato 2.377 unità di insediamento.
E di questo i politici occidentali che direttamente o indirettamente "fanno affari" con Israele, ovviamente, "se ne fregano" e se proprio non possono farne a meno, finiscono per dire che "loro" sono a favore di una soluzione a due Stati per porre fine al conflitto in Medio Oriente.
E che cosa hanno fatto finora per favorirla? NULLA!
Allo stesso tempo, quegli stessi politici sono i primi a far finta di stracciarsi le vesti e a dare in escandescenze contro chiunque denunci l'apartheid e il genocidio messi in atto da Israele, lanciando accuse di antisemitismo.
E sono talmente assuefatti al loro menefreghismo che neppure 46mila morti riescono a farli vergognare.
Fonte: Report, Rai 3