Lo scorso 15 marzo, il governo cubano aveva dato il proprio assenso ad inviare medici in Italia, per aiutare il nostro Paese nella lotta al contagio da Covid-19.

La missione è stata organizzata con il supporto dell'Associazione Nazionale per l'Amicizia Italia - Cuba (ANAIC) e del Coordinatore Nazionale dei Residenti Cubani in Italia (CONACI), dopo che lo stesso assessore al welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, aveva richiesto un possibile contributo di Cuba alla lotta contro il coronavirus, con l'invio di personale medico e dell'interferone antivirale Alfa 2B prodotto da Cuba e usato con successo in Cina.

Dall'inizio della pandemia, Cuba ha inviato sei brigate mediche in altre nazioni, tutte nel continente americano.

Il gruppo inviato da Cuba in Lombardia, composto da 36 medici, 15 infermieri e un esperto di logistica, è arrivato questa domenica, poco dopo le 18, all'aeroporto di Malpensa accolto dagli applausi di decine di italiani.

Molti di loro hanno precedenti esperienze nella lotta alle epidemie, come il 68enne Leonardo Fernández, adesso alla sua ottava missione internazionale, tra cui una in Liberia durante l'epidemia di Ebola.


Questa notizia acquista un "sapore particolare" se confrontata con quella data dal GR1 e ripresa anche da Repubblica. Secondo quanto riportato da un ricercatore, Lukas Lev Cervinka, le autorità della Repubblica ceca, alcuni giorni fa, hanno sequestrato un carico di mascherine e respiratori, provenienti dalla Cina e destinati all'Italia, sostenendo trattarsi di "materiale rubato a imprese ceche da criminali senza scrupoli che volevano venderlo a costo maggiorato sul mercato internazionale, sfidando i severi limiti all'export medico imposti in Cechia, come altrove, dall'emergenza". 


La Repubblica ceca è uno dei Paesi di Visegrad, quelli che il segretario della Lega, Matteo Salvini, definisce amici e da  cui l'Italia dovrebbe prendere esempio. 

Inutile aggiungere altro.