Questo è quello che Salvini cantava a Pontida nel 2009: "Senti che puzza, scappano anche i cani stanno arrivando i napoletani. O colerosi, o terremotati, voi col sapone non vi siete mai lavati".

Nel 2013 Salvini esclamava al Congresso dei Giovani Padani: "Ho letto sul Sole 24 Ore che, ancora una volta, verranno aiutati i giovani del Mezzogiorno. Ci siamo rotti i cogl.oni dei giovani del Mezzogiorno, che vadano a fanc.lo i giovani del Mezzogiorno! Al Sud non fanno un emerito caz.o dalla mattina alla sera. Al di là di tutto, sono bellissimi paesaggi al Sud, il problema è la gente che ci abita. Sono così, loro ce l'hanno proprio dentro il culto di non fare un caz.o dalla mattina alla sera, mentre noi siamo abituati a lavorare dalla mattina alla sera e ci tira un po' il cu.o”.

Nel 2014 poi Salvini, riguardo ad una possibile riforma della Scuola, dichiarava: "Bloccare l'esodo degli insegnanti precari meridionali al Nord".

E nel dicembre dello stesso anno: "Chi scappa non merita di stare qui, lo considero un fannullone. E non è un caso che siano AFRICANI o MERIDIONALI ad andarsene, gente senza cultura del lavoro".

Gli insulti del Salvini leghista padano si accompagnavano a quelli dei suoi colleghi di partito. Ad esempio, Marco Centinaio al Senato si rivolgeva al Presidente Grasso dandogli del "terrone di me.da".

E come dimenticare l'elegante eloquenza di un altro leghista doc come Calderoli che, sempre in Parlamento, apostrofava i meridionali in questi termini: "Due terzi degli onorevoli sono terroni"... Napoli? "Una fogna infestata da topi, un insulto per l'intero Paese, da eliminare con qualsiasi strumento."

Da qualche tempo, però, il Matteo padano è diventato italiano e Salvini ha preso ad amare i meridionali, come confermato in questo post pubblicato oggi da uno dei 21 amministratori della sua pagina Facebook...



È evidente, da quanto viene dimostrato nelle immagini precedenti, che i meridionali non hanno memoria, confermando come meglio non potrebbero fare di essere assolutamente identici al resto degli Italiani, anche di quelli che vivono a cento metri dal confine con la Svizzera.

Resta comunque un dubbio. A quale Salvini credere? A quello che auspicava un eruzione del Vesuvio o a quello a cui si apre il cuore non appena vede un meridionale? Ma forse non dovremmo credere a nessuno dei due, perché egualmente falsi e bugiardi, espressione dello stesso semplice e banale opportunismo.