Da martedì 15 ottobre a Bisceglie, al primo piano del Palazzo Tupputi, è in corso una mostra itinerante organizzata dall'Acquedotto Pugliese: LA FONTANA RACCONTA. La mostra racconta un pezzo della grande storia di Puglia.
Organizzare un evento itinerante di questa portata è un abbraccio alla nostra identità culturale, spesso soffocata dalla realtà quotidiana. Guardando le mitiche fontanelle, riaffiorano alla mente, gli interi pomeriggi a giocare con gli amici e, quando avevamo sete, tutti a bere a quella più vicina. Emergono ricordi di un tempo che non c'è più, dove le fontane diventavano occasioni di incontro per scambiare quattro chiacchiere. Tra foto e oggetti oramai dimenticati inizia un viaggio nel passato che ci porta alla scoperta di mestieri del quale, oggi, si ignora l'esistenza: l'acquaiolo.
L'acquaiolo è un mestiere scomparso man mano che l'acqua arrivava alle case della gente, egli trasportava l'acqua di città in città su un carrettino trainato da asini, in botti sistemate a piramide su di esso. Tra anfore in terracotta e oggetti di ferro, quello che mi ha colpito molto sono le foto che raccontano la storia della costruzione dell'Acquedotto Pugliese. Una gigantesca opera del nostro sud, che in un ventennìo coprì tutto il territorio pugliese portando innovazione e benessere. La prima a goderne fu la campagna, sovvenendo all'essiccamento del terreno, esportando prodotti di qualità nel mondo. Il primo colpo di piccone fu dato nel 1906 e i lavori continuarono incessantemente per 10 lunghi anni, fino alla prima guerra mondiale.
Il primo zampillo d'acqua avvenne il 24 aprile 1915 nella fontana della piazza antistante l'edificio che oggi è la sede dell'ateneo di Bari. A Bisceglie arriverà nel 1917. Prima di allora, l'acqua giungeva in vagoni cisterna in Puglia e costava due centesimi e mezzo al litro. Voglio comunque riportare alcuni dati letti in un cartello informativo della mostra, riguardanti la costruzione di questa opera ingegneristica.
Lungo la rete erano installati 100 cantieri con 22.000 operai, 60 ingegneri, 400 tecnici compresi di segnatori e rilevatori di altimetrie, 30 depositi di dinamite, 250 km di ferrovie di servizio e migliaia di km di tubi per la ventilazione nelle gallerie e operai che lavoravano fino a 190 metri di profondità.
La perforazione della grande galleria delle Murge avvenne nel 1913 in 12 punti diversi con 5 enormi pozzi di cui il più profondo a più di 190 metri. Sempre nel 1913 un acquedotto analogo venne ultimato a New York, con i suoi 148 km che partono dalle montagne del Catskill. La lunghezza del canale principale dell'Acquedotto Pugliese supera i 213 chilometri definendolo, così, il più grande acquedotto mai realizzato nel mondo.
A tutt'oggi possiamo notare come tutti coloro che lavorano all'Acquedotto Pugliese, sia negli stabilimenti che negli uffici per le parti burocratiche, si impegnino ogni nel periodo di siccità, che va dai 4 ai 6 mesi l'anno, nell'erogazione e distribuzione dell'acqua in tutto il territorio per il benessere dei suoi cittadini.