Martedì 7 ottobre, assunto l'incarico di ministro della Cultura dopo che il suo predecessore è stato licenziato dalla o a causa della dottoressa Boccia, Alessandro Giuli si è presentato alle Commissioni riunite di Camera e Senato per illustrare le linee programmatiche del suo dicastero:
Durante la sua prolusione - 33 pagine di resoconto stenografico! - per dimostrare al volgo quanto lui sia adatto a svolgere l'incarico che è stato chiamato a ricoprire, il ministro Giuli ha fatto sfoggio della sua cultura, arrivando persino a pronunciare frasi come questa:
"Di fronte a questo cambiamento di paradigma, la quarta rivoluzione epocale della storia, veramente un'antologia intonata alla rivoluzione permanente dell'infosfera globale, il rischio che si corre è duplice e speculare: l'entusiasmo passivo che rimuove i pericoli della ipertecnologizzazione e per converso l'apocalittismo difensivo che rimpiange l'immagine del mondo trascorso, impugnando un'ideologia della crisi che si percepisce come processo alla tecnica e al futuro, intesi come una minaccia".
A questo punto, il parallelismo è d'obbligo con il maestro che Giuli ha preso a prestito per la sua prolusione. Lo dimostra il filmato seguente:
Sinceramente, tra quanto detto da Alessandro Giuli e quanto diceva Ugo Tognazzi (alias conte Raffaello Mascetti) può esserci differenza?