"Quando mi sono trasferito alla Juve avevo 18 anni e ho iniziato subito ad allenarmi con la prima squadra.
Non ho mai avuto dubbi, sapevo di potercela fare.
Con Baggio c'è stata una situazione particolare, abbiamo giocato insieme soltanto due anni e nel secondo anno ci sono state un po' di incomprensioni con il club, che ha poi lasciato.
Ho imparato da lui.
Momenti difficili? Il primo anno, era l'ultimo di Trapattoni, uno dei più grandi allenatori di sempre.

Siamo finiti fuori dalla lotta scudetto quando invece la Juve deve competere sempre per il titolo.
Nel 2006 c'è stata la possibilità di andare via la Juve, ma non volevo lasciare la mia squadra in quelle condizioni, in piena Calciopoli, dovevo dimostrare qualcosa a me stesso alla mia gente e ai miei tifosi.

L'esperienza in Serie B mi è sembrata irreale perché avevamo anche tanti punti di penalizzazione, è stata una lunga strada da percorrere ma a fine stagione è stato meraviglioso.

L’unico rimpianto della mia carriera è quello di aver perso la finale degli Europei.
La mia mentalità? Vincere titoli era il mio principale obiettivo, anche se i traguardi personali facevano piacere.
Ma se mi chiedi ‘sei felice sei fai tre gol e pareggi tre partite?’ io ti dico di no.

Tornare alla Juventus? Sarebbe davvero una bella storia da mostrare e raccontare, quello che è successo tra me e la Juventus, in quel periodo di tempo, non è successo prima a nessun altro giocatore.
Uno che alla Juve è diventato leggenda, che ha giocato pure in Serie B, che è tornato e ha vinto ancora.

Abbiamo scritto la storia insieme, una storia bellissima e incredibile. Non mi sono mai sentito ferito per una chiamata mai arrivata, quello no.
Secondo me è un bene avere all’interno della società chi conosce bene la mentalità, i tifosi, ma non sono il tipo che decide. Penso a Maldini al Milan, a Totti alla Roma o anche a Zanetti e a quello che sta facendo adesso all’Inter.

Vedermi nel club in futuro? Penso che debba essere un qualcosa di naturale, che debba venire dalla Juve.
Hanno il loro Presidente, ma vediamo cosa succede.
La Juve è parte della mia vita, ma se non dovesse succedere nulla questo non cambierebbe quello che è già successo con i tifosi".

ALESSANDRO DEL PIERO