«... noi siamo stati mandati in Parlamento come forza politica dal 32% del Paese per realizzare una misura che si chiama reddito di cittadinanza: questo strumento crea tante giuste obiezioni, perché non lo conosciamo e devo dire che c'erano obiezioni anche nell'altra forza politica con cui condividiamo questo governo. Poi gliel'ho spiegato: l'obiettivo non è quello di dare soldi a qualcuno per starsene sul divano.

Tu hai perso il tuo lavoro perché quel settore è finito oppure si è trasformato? Ora ti è richiesto un percorso per formarti, qualificarti ed essere reinserito nei nuovi settori su cui stiamo facendo degli investimenti. Ma siccome hai dei figli, mentre ti formi e mentre lo Stato investe su di te, ti do un reddito. In cambio dai al tuo sindaco, ogni settimana, otto ore gratuite per lavori di pubblica utilità.»

Quello sopra è un estratto del discorso pronunciato dai ministri due in uno, del Lavoro e dello Sviluppo, Luigi Di Maio al 17° Congresso nazionale della Uil che si svolge a Roma dal 21 al 23 giugno.


L'estratto riguarda il reddito di cittadinanza, uno dei cavalli di battaglia, forse il principale, grazie al quale il Movimento 5 Stelle ha vinto le ultime elezioni politiche. Il breve passaggio è interessante perché dopo anni che i 5 Stelle propagandano il provvedimento, oggi, finalmente, del reddito di cittadinanza ne sappiamo qualcosa di più.

Infatti, oltre ai corsi di formazione, il reddito di cittadinanza prevede che chi ne benefici debba prestare otto ore gratuite del proprio tempo al Comune di residenza per lavori di pubblica utilità, oltre al fatto, ammesso che Di Maio conosca l'italiano, che tale reddito verrà concesso unicamente a chi abbia dei figli a carico!

Come spesso accade ai 5 Stelle, gli annunci, quando devono prendere forma in provvedimenti che li possano realizzare, magicamente iniziano a far fiorire novità che in precedenza erano state taciute.

Per quanto riguarda il lavorare gratuitamente per il Comune, mettendo da parte il fatto che il reddito sia garantito solo a chi ha figli supponendo che si sia trattato di una "svista" retorica, questa soluzione fa venire in mente il progetto di piena occupazione promosso dal senatore democratico Bernie Sanders negli Stati Uniti: il Public service employment program.

Come già riportato in un precedente articolo, ispirandosi al New Deal di Roosvelt, il progetto, che avrebbe limiti di tempo e non prevederebbe restrizioni in base al reddito, al genere, alla formazione o all'esperienza, funzionerebbe come una sorta di magazzino: quando l'economia "tira", le aziende assumono i lavoratori inseriti nel programma, mentre in fase di recessione economica la rete di sicurezza promossa da Sanders permetterebbe a coloro che hanno perso il posto di continuare a lavorare, percepire un reddito ed essere pronti nuovamente ad una nuova occupazione.

La rete di sicurezza promossa da Sanders prevede un impiego retribuito in lavori di pubblica utilità: dalla cura dell'ambiente a quella delle persone.

Forse, se Luigino Di Maio ed i consulenti del Movimento fossero più informati di quanto accade nel mondo riuscirebbero, ogni tanto, a promuovere anche provvedimenti pensati e sensati, indicandone fin da subito modalità e tempi di attuazione, evitando così annunci a scoppio ritardato che vengono di volta in volta modificati od integrati in base a come tira il vento ed in funzione della convenienza della propria propaganda politica.

Sarebbe già un bel passo avanti.