Dopo la sentenza della Corte costituzionale sulla legge targata Lega per l'applicazione dell'autonomia differenziata, questo è stato il commento del presidente del veneto, il leghista Luca Zaia: "La Corte Costituzionale ha confermato la legittimità della legge sull’autonomia differenziata, sancendo ancora una volta che il nostro percorso è in linea con la Costituzione. È una conferma importante e rappresenta un passaggio storico per il Veneto e per tutto il Paese. Questa sentenza rafforza il nostro impegno. Per il Veneto ricordo che l’autonomia significa poter migliorare ancora di più i servizi sul territorio, dalla sanità alla protezione civile, con una gestione più diretta e aderente alle reali necessità del nostro contesto regionale".

E queste sono le parole di chi la legge l'ha scritta, Roberto Calderoli: "La decisione della Corte costituzionale ha chiarito in maniera inequivocabile che la legge sull'autonomia differenziata nel suo insieme è conforme alla Costituzione. Su singoli profili della legge attenderemo le motivazioni della sentenza, per valutare gli eventuali correttivi da apportare. La stessa Corte, nel suo comunicato, invita ad assicurare la piena funzionalità della legge e riconosce che l'autonomia differenziata «deve essere funzionale a migliorare l'efficienza degli apparati pubblici, ad assicurare una maggiore responsabilità politica e a meglio rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini». Sono esattamente gli obiettivi che vogliamo realizzare e che realizzeremo. Detto ciò, la sentenza non incide sul lavoro che stiamo portando avanti con i negoziati avviati con le regioni, che proseguiranno nelle prossime settimane".

Ma è proprio così? 

Facciamolo dire a chi di materia costituzionale se ne intende, il professor Michele Ainis, costituzionalista:"La Consulta ha trasformato la legge Calderoli in uno zombie. Adesso questo testo formalmente rimane in vigore, ma dopo la sentenza della Corte costituzionale risulta amputato delle sue parti essenziali, senza le quali non può operare. Tanto che sono gli stessi giudici a dire che ora dovrà essere il Parlamento a sanare questa nuova situazione.L'Autonomia va interpretata alla luce dell’intero sistema costituzionale, dove ci sono una serie di princìpi che non possono essere violati, come l’unità, l'uguaglianza dei cittadini nell’esercizio dei loro diritti fondamentali, la salute, la scuola e il lavoro.Il Parlamento non può essere scavalcato, come avvenuto, con un decreto, che è espressione di un organo che ha una legittimazione di secondo grado: dunque né con i decreti legislativi (decisi nei Consigli dei ministri) né i Dpcm (in questo caso sono atti ancora inferiori perché individuali, emessi dal presidente del Consiglio). La legge voluta da Calderoli, invece, fa determinare alcune decisioni attraverso atti normativi che hanno valore inferiore rispetto a quelli del Parlamento. Per fare un esempio, è come pretendere che il portiere di uno stabile faccia il mestiere che spetta all'amministratore di condominio".

La legge leghista adesso dovrà essere riscritta dal Parlamento... figuriamoci! Ma dato che la legge faceva parte del baratto politico commerciale con cui Meloni e Tajani avrebbero avuto in cambio da Salvini il via libera al premierato e alla separazione delle carriere in magistratura, resta da vedere se, adesso, anche l'accordo politico di maggioranza potrà restare in piedi nei fatti, oltre che a parole.