"Se Diego giocasse oggi, le partite o non finirebbero oppure finirebbero sempre in goleada. Quando Maradona partiva palla al piede provavano a fermarlo in tutti i modi, con le regole attuali farebbe espellere almeno un paio di avversari a partita. Per non fargli fallo dovevi lasciarlo andare in porta ed allora era inevitabile che le partite finissero 5 o 6 a 0 per la sua squadra". (B. Giordano) 

"È stato il più grande. Diego era il calcio, è stato unico e non è paragonabile a nessun altro. Maradona è stato il più bravo di tutti. Pelè è stato il più bravo del suo tempo, Diego il più bravo di sempre. Ai tempi di Pelè si giocava ad altri ritmi, Maradona anche oggi sarebbe il numero uno, forse ancora più devastante. Perché negli anni Ottanta le marcature erano ancora individuali, non dimentichiamo il trattamento che gli riservò Gentile in Spagna nel 1982. Ma vi immaginate oggi Maradona con gli spazi che lasciano le marcature a zona? Farebbe una caterva di gol, più di Messi e Ronaldo". (Salvatore Schillaci)

"Su Maradona va fatto un discorso a parte. Non si è mai realmente allenato. Poteva fare riscaldamento a scarpe slacciate. Lo vidi giocare a Stoccarda con il Napoli quando avevo 21 anni. Mentre lo vedevo riscaldarsi, non riuscivo a tenere la bocca chiusa. Lo faceva ad un ritmo così blando, praticamente camminava. Poi cominciò la partita e mise a tacere l'intero stadio. Fu qualcosa di incredibile". (J. Klopp)

"Non esisteva un uomo che poteva marcare Maradona. Se lui era in una forma accettabile nessuno poteva fermarlo. Giocava a 16 anni come giocava a 36 con la sua tecnica e con il suo sinistro prezioso al 100 %. Maradona era proprio un uomo di Napoli, lui era un uomo del sud. A Napoli Maradona non faceva mai cose come un egoista. Se per strada le persone gli chiedevano 10000 lire lui gliene dava 100mila. Era un uomo che quando vedeva gente che aveva problemi, gli dava una mano. Non esistono paragoni con altri giocatori. Maradona era il cuore di Napoli, aiutava sempre le persone che avevano problemi". (Ricordando Vujadin Boskov a 10 anni dalla scomparsa)