Quella dell'84 fu un'estate molto calda per il calciomercato italiano. Nel nostro paese arrivarono infatti alcuni dei più grandi fuoriclasse del panorama calcistico mondiale: Maradona, Rumenigge, Socrates, Souness, Briegel e tanti altri nomi più o meno altisonanti. Tra questi grandi colpi però, ve ne fu uno che passò quasi in secondo piano.

Si trattava di Leo Junior, 30enne terzino verdeoro proveniente dal Flamengo ed acquistato dal Torino. Il suo approdo in granata fu inizialmente molto discusso, vuoi un po' per l'età già avanzata del brasiliano, vuoi perché lo stesso calciatore aveva espressamente richiesto la garanzia tecnica di essere utilizzato da regista di centrocampo e non da terzino, ruolo quest'ultimo che aveva peraltro ricoperto per oltre dieci anni e con grandissimo profitto. La scelta di consegnare a Junior le chiavi del centrocampo si rivelerà ben presto una mossa più che azzeccata.

Il brasiliano infatti si dimostra per ciò che realmente è: un autentico fenomeno. Elegante, tecnico, concreto e tatticamente impeccabile, adempie alla perfezione ai compiti difensivi e dai suoi piedi parte ogni azione offensiva dei granata. È lui col suo destro incantato che si incarica di calciare ogni palla da fermo, risultando inoltre spesso decisivo con le sue punizioni. Trascinato dalla leadership del suo baffuto campione, il Torino si piazza incredibilmente al secondo posto finale mentre Junior viene eletto miglior straniero della Serie A.

A causa di un rapporto non idilliaco col tecnico Radice, lascerà il Torino dopo tre stagioni ripartendo dalla neopromossa Pescara. In Abruzzo vivrà altre due annate a grandi livelli prima di ritornare in patria e chiudere la carriera a quasi 40 anni.
Il 29 giugno compie gli anni Leovegildo Lins da Gama Júnior, per tutti Júnior.