"Per i primi sei anni della mia carriera ho cambiato squadra continuamente. Ho dovuto forzare la mia indole tranquilla; appena riuscivo a conquistare i tifosi dovevo fare i bagagli. Se dovessi descrivere con un aggettivo l'anima delle tre grandi squadre del nord in cui ho giocato direi: la Juve, ordinata.

Prima di arrivare credevo fosse una società molto complessa, in cui fosse difficile inserirsi. Dopo una settimana di ritiro mi sono subito reso conto che era una società snella con tre persone importanti da prendere come riferimento: il presidente Boniperti, il proprietario Agnelli e l’allenatore Trapattoni. Con tutti loro si poteva dialogare. Nella Juventus ti sentivi come in famiglia. Il primo Milan, ai tempi della Serie B, confusionario. A Milanello per far cassa Farina organizzava matrimoni, mentre noi giocavamo!

Ci allenavamo e intanto suonava l'orchestrina per gli sposi. Il Milan di Berlusconi, invece, strepitoso. Non mi viene in mente un aggettivo migliore. L'Inter di Trapattoni la definirei moderna. Allenatore, società e calciatori erano connessi, uniti, una cosa sola. A posteriori posso dire di essere stato fortunato.

Ho fatto tante esperienze, incontrando molte persone. Questo mi ha aiutato a capire meglio il calcio, gli allenatori e tutti i problemi che ruotano attorno ad una squadra. Ovvio che nel mio sogno da bambino c’era quello di poter diventare la bandiera di un club. Non è accaduto, e non per colpa mia, ma perché mi hanno sempre ceduto o dato in prestito, comunque è andata bene lo stesso."

Giramondo del nostro calcio, centravanti grintoso ed abile nel gioco aereo è uno dei sei calciatori capaci di vincere lo scudetto con tre maglie diverse. Inoltre è l'unico ad aver giocato i derby di Milano e Torino indossando le maglie di tutte e quattro le squadre in questione.
Compie gli anni il 25 giugno Aldo Serena.