Di Vincenzo Petrosino - Oncologo Chirurgo - Salerno -
Interessante l'articolo comparso su plos Biology a firma di Oscar A. MacLean ed altri del MRC-University of Glasgow Centre for Virus Research, di Glasgow, in cui si giunge alla conclusione che il virus SARS-CoV-2 aveva già le carte in regola per essere altamente contagioso già quando passò dai pipistrelli all'uomo.
Questi virus quando fanno il salto di specie impiegano anni per adattarsi. Invece, in base a quanto sostenuto nella ricerca, il coronavirus che ha causato la COVID-19 era già assai trasmissibile quando iniziò a infettare la "nostra" specie.
Nel dicembre 2019, un focolaio di casi di polmonite nella città di Wuhan, in Cina, è stato collegato a un nuovo coronavirus.
L'analisi ha identificato quel virus, nuovo per l'uomo, come il virus correlato alla sindrome respiratoria acuta grave registarta in alocuni pazienti.
I ricercatori dopo una complessa analisi sono giunti alla conclusione che che la maggior parte dei cambiamenti adattativi che hanno dato origine all'attuale SARS-CoV-2 si sono verificati prima della sua comparsa nella popolazione umana.
Il fatto che il SARS-CoV-2 possa facilmente trasmettersi ad altri animali (pangolini, visoni, gatti, ecc.) è fortemente indicativo che questa proprietà generalista si sia evoluta nelle specie serbatoio dei pipistrelli e non come conseguenza dell'adattamento alla trasmissione uomo-uomo.
Lo studio ha ripercorso le tracce dell'evoluzione virale visibile nei profili genetici del SARS-CoV-2, confermando che nei primi 11 mesi di pandemia non si sono osservati cambiamenti genetici rivoluzionari nell'RNA del coronavirus.
Questo non significa che non ci siano state mutazioni: piccoli cambiamenti di scarso significato evolutivo avvengono di continuo e alcuni, come la mutazione D614G sulla proteina spike che facilita la trasmissibilità del virus, si sono mantenuti.
Ma nel complesso, nella prima fase, si è trattato di processi evolutivi neutri, non degni di nota e non preoccupanti.
Non c'era bisogno di grandi trasformazioni perché il virus aveva già una vasta platea di organismi altamente suscettibili da parassitare, l'immunità di popolazione era inesistente e non c'era praticamente alcuna forma di contenimento. «Tutto questo ha portato a una crescita esponenziale in cui praticamente ogni virus risultava vincitore».
Lo studio ipotizza che il motivo per cui il virus è in grado con così tanta facilità di infettare uomini e altri mammiferi sia dovuto al fatto che la sua evoluzione è avvenuta prima che infettasse l’uomo e quindi, forse, già proprio nel pipistrello.
Alla fine lo studio fa emergere, a mio giudizio, un profilo di virus "furbo", come già avevo scritto altrove, dicendo che la lotta virus uomo è dinamica e non statica. (Vincenzo Petrosino: fai.informazione.it/4B09A516-85D1-470E-AA81-82E5D644705A/Coronavirus-il-prodotto-umano-di-comportamenti-errati-speranze-e-futuro).
Questo virus, trovando molta popolazione resistente, ha messo e metterà ancora in campo nuove strategie per aggredire gli "ospiti".
Il profilo genomico attuale del virus sembra comunque diverso da quello del 2020, pertanto la sua capacità di mutare ed adattarsi pone quale primaria necessità quella di vaccinare subito e in grande numero le persone per evitare che il "mostriciattolo ad Rna" combini altri guai seri .
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