La crisi è passata, il peggio è alle spalle, l'Italia è ripartita... sono alcuni degli slogan che hanno fatto e, ancora, continuano a fare da base delle dichiarazioni di alcuni politici.
Ma come ancora difficoltà e problemi siano ben lontani dall'essere risolti, lo conferma il rapporto della Caritas di Roma, dove la Caritas diocesana riassume una situazione preoccupante relativa alle condizioni di vita di molte persone.
Il rapporto è il risultato dell'attività di una rete formata da 3 centri d'ascolto diocesani, 145 centri d'ascolto parrocchiali ed una rete di 50 centri che nel corso dello scorso anno ha accolto le richieste di oltre 20mila persone in stato di bisogno, grazie all'aiuto di 4mila volontari ed il coinvolgimento di oltre 6mila giovani.
La disuguaglianza nella redistribuzione del reddito è uno dei problemi al centro delle difficoltà registrate: si va dai 40.530 euro del II Municipio ai 17.053 del VI Municipio, con l'1,8% che denuncia un reddito di oltre 100.000 euro l'anno, mentre il 51,3% possiede un reddito fino a 15.000 euro. Nella capitale 146.941 over 65 non raggiungono 11.000 euro l'anno.
Molti gli anziani che vivono di stenti, ma anche per i giovani e le famiglie la situazione non è migliore. Un quarto dei giovani è disoccupato, il 51,6% vive con lavori atipici e i giovani che non studiano, non lavorano o sono in formazione raggiungono la cifra record di 134.556, con un aumento del 68,3% in 10 anni.
Anche le famiglie con un solo occupato e senza una pensione sono aumentate in 10 anni del 47,8%, mentre sfiorano quota 100mila le famiglie senza occupati.
In molti casi, i poveri più giovani sono figli di famiglie travolte da spaventose posizioni debitorie (affitti o bollette non pagate), costretti ad accettare lavori in nero per fermare atti di pignoramento che diverrebbero esecutivi in presenza di un reddito certificato. Inoltre, la situazione debitoria dei genitori o la fragilità delle famiglie finisce col deprimere in partenza sogni di realizzazione, desiderio di istruzione e mobilità sociale.
Tra coloro che si rivolgono ai centri diocesani della Caritas, quasi il 60% degli è costituito da giovani immigrati extracomunitari (in maggioranza africani), mentre ai centri parrocchiali il 50% è costituito da italiani, dai 45 anni in su.
Nei 145 centri parrocchiali circa il 60% delle persone chiede un lavoro, il 61,3% un aiuto per pagare l'affitto. Oltre all'aiuto materiale (cibo, reddito insufficiente) le persone hanno bisogno di essere ascoltate. Mancanza di relazioni, isolamento, precarietà abitativa, gestione economica inadeguata, fragilità psicologica, malattie fisiche, bassa scolarità, conflittualità familiare, malattie psichiatriche, disinformazione e disorientamento rispetto ai propri diritti esigibili, disabilità... i principali problemi riscontrati.
Gli affitti a Roma sono tra i più cari in Italia, pertanto, molte sono le richieste per una casa. Nel 2017 a Roma ci sono stati 6.700 sfratti per morosità, il doppio di quelli a Napoli e Milano.
Vi è poi il problema di quello che è stato definito come "barbonismo domestico": l'isolamento e l'abbandono della cura di sé si tradotti in forme e stili di vita simili al barbonismo di strada, ma vissuti nelle case che si trasformano, nel tempo, in discariche.
Tra gli anziani soli sta emergendo anche la tendenza alla dipendenza dai farmaci, spesso anche da psicofarmaci.
Inoltre, la voce "dipendenze" (alcool, droga, azzardo) riguarda il 21% degli utenti dei centri d'ascolto della Caritas di Roma (145 parrocchiali e 3 diocesani), un fenomeno in crescita sia a livello cittadino sia nazionale, tra giovani e anziani. Nel Lazio aumenta anche il fenomeno delle "polidipendenze", ad esempio azzardo e alcool.
I soggetti segnalati dai servizi sono circa 22mila: oltre il 66% usa oppiacei, la cocaina è utilizzata dal 61% dei nuovi utenti. Le persone che riferiscono l'uso di più sostanze sono il 48,2%. Per quanto riguarda l'abuso di alcol su 2857 persone seguite nei Serd si registra una maggiore presenza di donne in confronto ai dati sulle droghe e un'età media più alta (47 anni). Nel Lazio sono trattate dai Serd per l'azzardo 620 persone, l'80% sono uomini. Rispetto all'anno precedente sono aumentati del 25%.
Nel 2018 in Italia si è registrato un altro record di crescita (+3/4 punti percentuali) del denaro versato a scommesse, slot machine, lotterie, casinò on line: da 102 miliardi si è passati a 105-106 miliardi. Questo nonostante 20 piani regionali, altrettante leggi in vigore, oltre 600 provvedimenti municipali, mobilitazioni della società civile.