«Il reato di abuso d'ufficio esiste quando un incaricato di pubblico servizio, un dirigente o un politico ad esempio, nello svolgimento delle sue funzioni fa qualcosa che, intenzionalmente, procura a sé o ad altre persone a lui vicine un vantaggio ingiusto, arrecando ad altri dunque un danno.
Volete un esempio? Un sindaco, un ministro, un presidente di Regione o un qualsiasi altro dirigente pubblico che fa assumere sua figlia per chiamata diretta, invece di convocare una selezione pubblica e dare a tutti la possibilità di ambire a quel posto di lavoro.

Ecco, questo è un esempio di reato di abuso di ufficio. E ieri ho sentito dire da qualcuno che questo reato lo si vuole abolire. È forse un modo per chiedere il voto ai condannati o per salvare qualche amico governatore da una condanna?

Ora, vedete come vanno le cose? Io dovrei stare zitto davanti a queste affermazioni? Dovrei stare zitto davanti a chi apre ai raccomandati, a chi chiude le porte al merito, a chi favorisce qualcuno solo perché ha avuto qualcosa in cambio? E poi ci lamentiamo dei cervelli in fuga e dei nostri ragazzi che devono espatriare per cercare un lavoro? Ma per favore...

Il colmo è che, se parlo, qualcuno fa la vittima e dice che insultiamo; se non parlo però siamo conniventi. Ma di fronte a questa stupidaggine io non posso tacere. Chi l'ha detto stavolta ha toppato alla grande.

Come si fa a dire che si vuole dare battaglia alla mafia e alla camorra con un decreto e poi subito dopo incitare all'abolizione del reato di abuso d'ufficio? Dov'è la logica?

È un reato in cui cade spesso chi amministra, è vero, ma se un sindaco agisce onestamente non ha nulla da temere. Non è togliendo un reato che sistemi le cose. Ma che soluzione è?

Il prossimo passo quale sarà? Che per evitare di far dimettere un sottosegretario togliamo il reato di corruzione? Sia chiara una cosa, per noi il governo va avanti, ma a un patto: più lavoro e meno stronzate!»


Quelle sopra riportate sono, testuali, le parole di Di Maio. A chi si rivolgeva il vice premier 5 Stelle del Governo del cambiamento, con quel generico «qualcuno»?

Al collega, alleato di Governo, l'altro vicepremier in quota Lega, Matteo Salvini che, in una intervista a Radio Anch'io ha detto che intende abolire l'abuso d'ufficio: «Voglio scommettere sulla buona fede degli italiani, degli imprenditori, degli artigiani, dei sindaci», ha detto Salvini al conduttore Giorgio Zanchini, giustificando il provvedimento per combattere la burocrazia e la «paura di firmare atti, aprire cantieri, sistemare scuole: bisogna invece fare, liberare, aprire cantieri.

Se per paura che qualcuno rubi blocchiamo tutto, mettiamo affittasi al confine dell'Italia e vendiamo a una multinazionale cinese. Non possiamo bloccare tutto».

Fattogli notare che anche Silvio Berlusconi ci aveva provato, sollevando però polemiche e perplessità, Salvini ha replicato: «Io non so cosa fanno Berlusconi, Renzi, Monti, Di Maio: io faccio quel che è giusto per gli italiani».


Ovviamente, i due "personaggi", nelle prossime ore assicureranno di voler continuare la loro alleanza di Governo anche per i prossimi quattro anni, arrivando a fine legislatura.