Gli Stati Uniti si sono da sempre, notoriamente, serviti di gruppi terroristici per le loro strategie di politica estera. Li hanno creati, addestrati, armati e finanziati, finché ha fatto loro comodo. Non fanno eccezione Al Qaeda e lo Stato Islamico. Poi, spesso, sono sfuggiti al loro controllo, o, almeno, così hanno dato a vedere. Per stessa ammissione di colui che, ai tempi dell'amministrazione Reagan, era a capo della National Security Agency, il generale William Odom, "[…] gli USA per lungo tempo si sono serviti del terrorismo. Nel 1978-79 il Senato cercò di far approvare una legge contro il terrorismo internazionale. A fronte di tutte le diverse stesure che furono proposte, gli avvocati fecero presente che il governo americano sarebbe stato, in ogni caso, perseguibile". E' suffciente un po' di storia. Negli anni settanta, in Egitto, la CIA ha utilizzato la fratellanza musulmana come baluardo contro l'espansione dell'Unione Sovietica e del marxismo, come, del resto, furono utilizzati gruppi terroristici locali per contrastare Ali Bhutto in Pakistan e Sukarno in Indonesia. Negli anni ottanta è il turno di Al Quaeda. A raccontarne le origini fu il ministro degli esteri inglese, Robin Cook, che, in un discorso alla Camera dei Comuni, la presentò come un prodotto dei servizi di informazione occidentali. Il nome è indicativo: un'abbreviazione della parola "database" in lingua araba. Infatti, si trattava proprio del database di migliaia di estremisti islamici, addestrati dalla CIA e finanziati dall'Arabia Saudita. Veniamo ai giorni nostri ed alla nascita dello Stato Islamico. Sconfitto Saddam Hussein in Iraq, gli Stati Uniti hanno pensato bene di smantellare completamente la struttura amministrativa esistente, di stampo prevalentemente sunnita, per sostituirla con una nuova amministrazione, formata esclusivamente da Sciiti. I Sunniti delle classi alte hanno via via perso la loro influenza politica ed anche le loro proprietà, mentre quelli delle fasce più basse sono rimasti vittima della forte disoccupazione creatasi dopo l'occupazione americana, soprattutto nelle zone del paese abitate dai Sunniti. E' stato proprio lo scontento dei Sunniti a garantire un facile radicamento in Iraq di Al Quaeda, che, dopo il 2010, ha cambiato nome, diventando lo Stato Islamico di Iraq e Siria (ISIS). Ora in Siria, sono in corso tre conflitti diversi: uno che vede confrontarsi il governo ed i ribelli, un altro fra l'Iran e i Sauditi e l'ultimo è un classico America contro Russia. Gli Stati Uniti hanno, inizialmente, ritenuto opportuno fornire armi agli oppositori di Assad, proprio per la vicinanza di questo a Putin. Ora che molti dei ribelli sono passati allo Stato Islamico, si assiste allo spettacolo, decisamente imbarazzante, di membri dell'ISIS, che brandiscono fucili M16 di fabbricazione americana. Agli USA, del resto, l'ISIS serve per giustificare la sua presenza in medio-oriente e far contenti gli Israeliani, come pretesto per interventi militari all'estero in modo da tener buone le lobby dei produttori di armamenti e, più in generale, dei fornitori di beni e servizi all'esercito, ed infine come scusa per l'adozione di eccezionali misure di controllo della popolazione in patria.