Da vent’anni, esattamente dal 19 giugno 2001, i Giochi olimpici sono abbinati a quelli Paralimpici. Fu in quella fatidica data, infatti, che fu sottoscritto un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale ed il Comitato Paralimpico Internazionale. Questo fatto portò alla grande novità nel mondo dello sport di livello mondiale: la città candidata ad ospitare le Olimpiadi è tenuta ad organizzare sia i Giochi olimpici sia i Giochi paralimpici.

Il neurochirurgo tedesco naturalizzato britannico Sir Ludwig Guttmann (Tost, 3 luglio 1899 – Aylesbury, 18 marzo 1980) fu il primo a far intraprendere la pratica sportiva ai reduci britannici che, durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo aver riportato una lesione midollare, erano ricoverati presso la “Spinal Injuries Unit” di Stoke Mandeville e fu lui a dar vita al movimento paralimpico internazionale quando nel 1948 furono indetti i primi “Giochi di Stoke Mandeville”. 

La prima edizione di quelli che furono poi denominati i Giochi Paralimpici si tenne a Roma nel 1960 e vi parteciparono 400 atleti disabili provenienti da 23 paesi diversi. Nel corso delle Paralimpiadi gli atleti si sfidano in diverse discipline quali atletica leggera, nuoto, lancio del giavellotto, tiro con l’arco, scherma, basket e tennistavolo. Il nome Paralimpiadi è stato scelto per indicare giochi olimpici paralleli a quelli più tradizionali. 

Terminati i Giochi Olimpici di Tokyo 2020, la capitale giapponese sta ospitando la sedicesima edizione delle Paralimpiadi previste dal 24 agosto al 5 settembre. Sui Giochi e sui valori paralimpici si è espresso più volte anche Papa Francesco.  Proprio il 26 Agosto 2021 è stato ricevuto dal Papa il team paralimpico di Athletica Vaticana perché “la disabilità è una risorsa”. 

Per il Vaticano le Paralimpiadi hanno un valore paradigmatico anche maggiore delle Olimpiadi, al di là del suffisso greco “para” scelto per sancirne l’equipollenza. Il supporto agli atleti disabili di alto livello mette in moto un “circolo” virtuoso. Per Papa Francesco si tratta di «un’immagine splendida di come dovrebbe essere il mondo». La vera vittoria della “famiglia paralimpica” resta la capacità di fare comunità per creare, appunto, questo movimento che trascina non solo i campioni ma soprattutto quei ragazzini spesso esclusi perché diversi. 

Il Papa in più occasioni ha sottolineato l'importanza di tali Giochi ed ha definito un modello da seguire l'impegno degli atleti. 

In Vaticano, intanto, è nata Athletica Vaticana che fa parte di un progetto del Pontificio Consiglio della Cultura il cui presidente è il cardinal Gianfranco Ravasi. Su invito del governo della Repubblica popolare cinese la Santa Sede partecipò  all’Expo internazionale di Orticoltura in Cina nel 2019 e fu proprio il Cardinale Ravasi ad inaugurare il Padiglione Vaticano. Per il Vaticano i rapporti con la Repubblica Popolare Cinese si sono fondati su un dialogo squisitamente culturale che ha il compito di creare un’atmosfera in cui sia possibile parlare un po’ di più di un possibile incontro, non solo in ambito religioso, ma nel campo dell’arte, della cultura e della ricerca scientifica. E da quando c’è Athletica Vaticana si può sperare che il dialogo si apra anche allo sport e alle competizioni olimpiche. 

Per la prima volta Athletica Vaticana ha preso parte ai Campionati di atletica leggera dei Piccoli Stati d’Europa al San Marino Stadium, il 5 giugno 2021. 

L’obiettivo principale di Athletica Vaticana è anche quello di privilegiare le competizioni di alto valore simbolico come ad esempio i Giochi del Mediterraneo che nel 2021 si svolgeranno a Oran, in Algeria. 

Per tesserarsi con Athletica Vaticana bisogna essere prelati, dipendenti vaticani o loro famigliari di primo grado. Il più giovane degli atleti ha 19 anni, il più anziano ne ha 62 e poi c’è l’unica “suora mezzofondista”, la domenicana suor Marie-Théo. 

All’inizio del ’900, tra il 1905 e il 1908, in Vaticano competevano già atleti con disabilità, quarant’anni prima dell’avvio del movimento paralimpico. Il primo passo di Athletica Vaticana, la squadra del Papa, è stato proprio aprire la sezione paralimpica. 

Oggi come agli inizi del Novecento, le Paralimpiadi sono un passo in avanti nella promozione di una diversa percezione della disabilità e una diversa visione del mondo. La sempre più vasta copertura mediatica delle Paralimpiadi incoraggia una nuova consapevolezza e stimola riflessioni impagabili sia sul ruolo sociale dello sport sia sul concetto di abilità. 

L’obiettivo del movimento paralimpico non è soltanto quello di celebrare un grande evento, ma di dimostrare quello che esseri umani, fortemente feriti nella vita, riescono a raggiungere quando sono messi nelle condizioni di poterlo fare. E se vale per lo sport, tanto più deve valere per la vita. Ed è valso in passato nelle Relazioni internazionali: il 10 Aprile 1971 la squadra di ping pong americana e i giornalisti al seguito accettarono l'invito e misero piede nella Repubblica Popolare Cinese, diventando i primi statunitensi a entrare nel grande stato asiatico da quando 22 anni prima aveva preso il potere Mao Zedong. L'episodio passò alla storia come la “Diplomazia del Ping Pong” ( 乒乓外交 Pīngpāng wàijiāo) ed aprì nuove prospettive di carattere storico. 

Lo sport aiuta per la sua capacità di comunicare e suscitare emozioni e perché è in grado di aprire vie per la comprensione tra i popoli e, più di qualsiasi altra esperienza umana, rappresenta una “medicina sociale” utilissima in un’epoca come quella scaturita dalla pandemia da Covid19. A questo punto viene da chiedersi se Athletica Vaticana parteciperà alle prossime Olimpiadi Invernali di Pechino nel 2022 o ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano-Cortina 2026,  i Giochi Olimpici e Paralimpici d'Italia. È un auspicio per lo sport e per i rapporti internazionali.