In un mondo attraversato da tensioni geopolitiche e nuove barriere economiche, l’Italia ha una missione chiara: aprirsi ai mercati globali, conquistando spazi di crescita per le sue imprese. 

Al Festival dell’Economia di Trento 2025, tra i temi emersi con forza c’è l’urgenza di puntare su accordi di libero scambio per dare slancio al nostro sistema produttivo. È una visione, quella del Ministro Urso, che condivido pienamente, non solo come esponente di Fratelli d’Italia, ma come italiano che crede nel potenziale del nostro Paese e nella necessità di un’Europa più forte e protagonista.

Il libero scambio non è un’astrazione per addetti ai lavori. È la porta d’accesso per portare il Made in Italy nei mercati in espansione, da quelli asiatici a quelli africani, senza dimenticare il potenziale del Sud America. Le nostre imprese, cuore pulsante dell’economia nazionale, hanno bisogno di regole chiare che abbattano dazi e ostacoli burocratici, permettendo loro di competere ad armi pari. Non si tratta di cedere a una globalizzazione senza freni, ma di costruire accordi che valorizzino la qualità, l’innovazione e la sostenibilità che distinguono i nostri prodotti e servizi.

Questa strategia è tanto economica quanto politica. In un’epoca in cui il protezionismo si riaffaccia e i grandi blocchi globali ridefiniscono le loro alleanze, l’Italia deve scegliere di essere protagonista, non spettatrice. Accordi di libero scambio ben negoziati sono strumenti per rafforzare la nostra influenza, costruire relazioni con Paesi che condividono i nostri valori e garantire che le nostre imprese non siano schiacciate dalla concorrenza sleale. È una sfida che richiede pragmatismo: ogni intesa deve tutelare gli interessi nazionali, proteggendo i nostri standard e premiando chi investe in eccellenza.

Come responsabile del dipartimento Imprese e Mondi Produttivi di Fratelli d’Italia in provincia di Caserta e membro del dipartimento nazionale, vedo in questa direzione un’opportunità concreta per territori come il nostro. La Campania, con le sue filiere produttive, può trarre vantaggio da mercati più aperti, a patto che si investa in innovazione e internazionalizzazione. Non è solo una questione di numeri: è una visione che parla di orgoglio, di capacità di competere, di un’Italia che non si accontenta di sopravvivere, ma vuole vincere.

Il futuro non aspetta, e il nostro compito è costruirlo. Promuovere il libero scambio significa dare alle nostre imprese la possibilità di brillare nel mondo, portando con sé l’identità e il valore del Made in Italy. È un’idea che merita di essere discussa, nelle aziende, nelle piazze, nelle famiglie: perché il nostro Paese ha tutte le carte per essere grande, e spetta a noi giocarle al meglio.

 

𝐴𝑛𝑑𝑟𝑒𝑎 𝑆𝑡𝑟𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑒̀ 𝑚𝑒𝑚𝑏𝑟𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑑𝑖𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝐼𝑚𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒 𝑒 𝑀𝑜𝑛𝑑𝑖 𝑃𝑟𝑜𝑑𝑢𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖 𝑑𝑖 𝐹𝑟𝑎𝑡𝑒𝑙𝑙𝑖 𝑑’𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎 𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑜𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑖𝑛 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑖𝑛𝑐𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝐶𝑎𝑠𝑒𝑟𝑡𝑎.