La guerra in Ucraina, comunque vada a finire, tre obiettivi finirà sicuramente per raggiungerli.

Il primo riguarda l'affossamento degli sforzi per il cambiamento climatico. Secondo i ricercatori che si stanno occupando del tema, in questo momento il mondo sta assistendo ad una "corsa all'oro" per nuovi progetti sui combustibili fossili.

Un rapporto del Climate Action Tracker (CAT) lancia l'allarme sulla possibilità che il mondo rischi che il riscaldamento globale diventi "irreversibile" dopo che la guerra in Ucraina ha spinto in alto i prezzi dell'energia, facendo aumentare anche gli investimenti collegati a petrolio e gas.

La corsa a nuove infrastrutture per i combustibili fossili, nel breve periodo, migliorerà l'approvvigionamento energetico ma, una volta che tali infrastrutture saranno realizzate, rimarranno in uso finché gli investimenti non saranno ammortizzati e questo aumenterà le probabilità che gli obiettivi climatici che la comunità internazionale si era imposti saranno quasi certamente disattesi... con tutte le conseguenze del caso.


Le conseguenze della guerra potremo "apprezzarle" comunque anche nell'immediato, con la crescita dell'inflazione e una diminuzione del Pil. Secondo L'Ocse, il conflitto in corso a seguito dell'invasione russa, a cui hanno fatto seguito le dure sanzioni contro Mosca, ha contribuito a far aumentare i prezzi di cibo ed energia.

A seguito di ciò, quest'anno la crescita globale scenderà dal 4,5% al ​​3% e l'inflazione in alcuni paesi dell'Ue raggiungerà il 9%, cioè il doppio di quanto era stato ipotizzato prima dell'inizio della guerra.


E se già tutto questo non fosse sufficiente,  c'è la questione del grano ucraino che la Russia, nonostante eviti accuratamente di ammetterlo, utilizza come arma di ritorsione sia nei confronti dell'Ucraina che nei confronti dell'Ue.

Bloccando il grano nei terminal dei porti ucraini sul Mar Nero, Mosca blocca anche una delle principali fonti economiche di Kiev. Inoltre, poiché quel grano è essenziale per la sopravvivenza della popolazione in molti Paesi africani, la carestia incombente provocherà un'ondata di migrazioni verso l'Europa. Quindi, con queste due carte in mano, Putin cerca di ottenere il massimo possibile.

In che cosa consista, lo ha ricordato anche oggi il portavoce del Cremlino: le sanzioni occidentali contro Mosca devono essere revocate.

"Il presidente Putin - ha dichiarato ai giornalisti Dmitry Peskov  - ha detto che le sanzioni dirette e indirette contro la Russia devono essere revocate".

L'Ucraina e la Russia, congiuntamente, rappresentano quasi un terzo delle forniture globali di grano. La Russia, inoltre, è anche un importante esportatore di fertilizzanti, mentre l'Ucraina è un importante fornitore di olio di mais e girasole.


Quindi, come si può vedere, alcuni risultati concreti della guerra in Ucraina possiamo già "apprezzarli".