Giovedì 25 luglio, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente israeliano Isaac Herzog.

Queste le considerazioni di Meloni in relazione all'incontro:

La premier, in una nota di Palazzo Chigi, ha ribadito "la vicinanza del governo italiano ad Israele e la ferma condanna del terrorismo di Hamas, ha rinnovato l'impegno italiano per la de-escalation a livello regionale, ricordando il ruolo svolto dal contingente italiano al confine con il Libano tramite Unifil, e ha ribadito la forte preoccupazione per la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza". Nel sottolineare l'importanza di "giungere al più presto ad un cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi, lavorando nella prospettiva di una soluzione a due Stati, la presidente Meloni ha assicurato che l'Italia continuerà a sostenere la mediazione Usa e a portare assistenza alla popolazione civile palestinese, anche attraverso l'iniziativa Food for Gaza".

Queste, invece, le considerazioni di Herzog:

"Ho avuto il piacere di incontrare oggi a Roma il primo ministro italiano Giorgia Meloni, una leader all'avanguardia in Italia e in Europa, e una vera e importante amica dello Stato di Israele.  Nel corso dell'incontro abbiamo discusso dell'imperativo supremo di garantire il rilascio degli ostaggi crudelmente tenuti in prigionia a Gaza, nonché della lotta globale contro la minaccia rappresentata dall'Iran".

In pratica, in base a quanto i due protagonisti dell'incontro hanno riferito, si ha l'impressione che ognuno abbia parlato ad un interlocutore immaginario, ostaggi a parte.

Che senso ha, da parte di Meloni, parlare di una soluzione a due Stati, quando Netanyahu ha più volte detto che Israele non la accetterà mai... e non solo Netanyahu, anche la maggioranza dei partiti rappresentati alla Knesset, perché l'intento dello Stato ebraico è inglobare la Cisgiordania (riconosciuta solo come Giudea e Samaria) nel proprio territorio... ovviamente oltre a Gaza.

Che senso ha, da parte di Meloni, parlare di cessate il fuoco quando Israele ormai va in giro a promuovere una guerra contro l'Iran, facendo credere che sia il regime degli ayatollah responsabile del genocidio nella Striscia. Oltretutto, gli israeliani si stanno inventando, che Teheran "sosterrebbe" un attentato contro gli israeliani a Parigi in occasione delle Olimpiadi.

Che senso ha ricevere il presidente di uno Stato criminale, per il cui premier la CPI internazionale ha chiesto un mandato di arresto per crimini di guerra?

Che Israele sia uno Stato criminale, oppure canaglia, lo ha implicitamente dichiarato nei giorni scorsi la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia, un tribunale delle Nazioni Unite, che ha praticamente accusato di apartheid lo Stato ebraico.

Se il diritto internazionale è valido per tutti, allora qualunque Paese abbia aderito al rispetto delle sue norme, non può ricevere Herzog per stringerli la mano, dicendo di sostenere  la nazione che lui rappresenta... perché equivale a sostenere uno Stato criminale.

Inoltre, parlare a ... vanvera della crisi umanitaria a Gaza come ha fatto Meloni senza mettere sulla graticola chi la sta attuando, cioè lo Stato ebraico e in questo caso Herzog che lo rappresenta, significa non avere rispetto per la realtà dei fatti, per il diritto internazionale, per la vita... visto che gli israeliani giornalmente trucidano decine, se non centinaia, di civili palestinesi, soprattutto donne e bambini.

Il 7 ottobre Hamas ha commesso dei crimini di guerra, dei crimini contro l'umanità, delle atrocità... ognuno scelga i termini più aberranti possibili per descriverli... ma uccidere 1.200 persone può giustificare il genocidio in atto a Gaza? Inoltre, perché la comunità internazionale ha ritenuto di dover condannare l'eccidio degli ebrei del 7 ottobre, dimenticando però di fare altrettanto per i 6.500 palestinesi uccisi dagli israeliani dal 2008 in poi? Un numero che raddoppia se si parte dall'inizio del 2000. I morti di una parte contano meno? Dovrebbero essere pertanto dovuti i morti palestinesi? Forse perché Israele è una democrazia?

Sfatiamo anche questo inganno. Israele non è uno Stato democratico. La democrazia espressa nella forma non è tale se non si concretizza nella sostanza... a meno che qualcuno non creda che la democrazia consista solo nell'esercizio del potere del popolo. Questo poteva valere nella Grecia antica e forse fino alla fine della II guerra mondiale. Però, dopo l'approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, qualsiasi Stato che pretenda di definirsi democratico non può promuovere politiche che, come quelle di Israele, sono paragonabili a quelle delle leggi razziali applicate dai nazifascisti nei confronti degli ebrei nella seconda metà degli anni trenta.

Quindi, celebrare Netanyahu come una specie di eroe come è avvenuto ieri al Congresso degli Stati Uniti o stringere la mano ad Herzog dicendosi sostenitori di Israele, è sbagliato, perché significa stare dalla parte di uno Stato criminale. 




Crediti immagine: Palazzo Chigi