Di seguito, le dichiarazioni di Salvini sulle prossime riforme economiche del Governo, raccolte da Tgcom24.

«La flat tax verrà fatta: c'è nel contratto di Governo, vogliamo fare in piccolo quello che ha fatto Trump in America. Non lo facciamo in sei mesi ma la strada è questa.»

Sul limite all'uso dei contanti, Salvini ha poi detto che «fa andare a comprare merce da un'altra parte. Io voglio avere fiducia negli italiani: io abbasso le tasse ma se continui a evadere faccio come in America.

Vogliamo fare per il fisco quello che abbiamo fatto per l'immigrazione. Vogliamo cominciare a smontare pezzo per pezzo la Legge Fornero: nessuno ha la bacchetta magica ma abbiamo cominciato. Il prossimo obiettivo è cancellare spesometri e redditometri che ti fanno perdere tempo invece di stare dietro ai clienti e occuparti del tuo lavoro.»



Matteo Salvini è la versione aggiornata, oggi si direbbe 2.0, del signor de La Palice. Ciò che dice sembra scontato, naturale e persino dovuto. E, per tale motivo, credibile. Nessuno di coloro che lo ha votato o che adesso lo voterebbe verifica o si prende la briga di verificarne le sue affermazioni. Ciò che a prima vista appare sostenibile da un minimo di logica, finisce per essere automaticamente vero.

Delle dichiarazioni sopra riportate, prendiamo ad esempio quanto Salvini afferma sulla flat tax. Fare in piccolo quello che Trump ha fatto in America.

Che cosa voglia significare "fare in piccolo" è impossibile dirlo... forse si riferisce al confronto tra le dimensioni dell'Italia e quelle degli Stati Uniti. In ogni caso, ciò che Trump ha fatto in America non è chiaro se possa o meno funzionare, dato che i risultati relativi ad una minore tassazione potranno essere valutati solo nei prossimi mesi.

Ma fare in piccolo può anche significare non dar seguito per intero a quanto promesso in campagna elettorale. Nessuno, per il momento, è riuscito ancora a sapere in termini concreti in che cosa si concretizzerà la flat tax.

Ma ammettiamo che la flat tax possa essere approvata riducendo sensibilmente l'apporto con cui gli italiani annualmente finanziano il welfare dell'Italia, che cosa accadrebbe poi? Secondo Salvini, il mancato apporto di denaro alla sanità, alla scuola, all'ambiente, al pubblico impiego, ecc... verrebbe compensato da un conseguente aumento dei consumi, del Pil e degli introiti che deriverebbero allo Stato tramite i tributi indiretti.

Tralasciando le problematiche etiche e costituzionali legate alla flat tax, se questa dovesse funzionare non sarebbe certo un male. Il problema è che tale provvedimento non è detto che funzioni. Salvini e la Lega, per supportarlo, hanno presentato dei modelli previsionali ed eventualmente correttivi nel caso sia necessario arginare una spesa fuori controllo nel caso la flat tax non funzioni?

No. Ma chi applaude Salvini non sembra preoccuparsene. E chi applaude Salvini, neppure si chiede se la flat tax in Italia possa effettivamente favorire la ripresa dei consumi. Infatti, far pagare meno tasse non vuol dire che, automaticamente, le persone decidano di indirizzare il denaro in più che si ritroveranno in tasca in ulteriori spese. Perché, invece di spenderlo, non dovrebbero risparmiarlo? In fondo quel denaro non è detto che in futuro sia assicurato loro.

E se non verrà speso o se una parte di quello non verrà spesa, è chiaro che la flat tax non sarà una risorsa, ma un problema. Specialmente se accompagnata all'altro provvedimento, il reddito di cittadinanza, che è invece il cavalo di battaglia dell'altra gamba della maggioranza e tra l'altro, dal punto di visto logico, più utile della flat tax per far ripartire i consumi.

Chi applaude Salvini, lo abbraccia, gli manda baci, lo esalta e via dicendo... queste semplici domande se le è mai poste? E queste riguardano solo la flat tax, ma domande altrettanto semplici ed evidenti potrebbero essergli poste su numerosi altri argomenti relativi alla sua retorica.

In fondo, il successo di Salvini è semplicemente la dimostrazione dell'assenza, in Italia, di una informazione che faccia il proprio dovere e di persone che, in conseguenza di ciò, hanno smesso di farsi domande e di pretendere risposte.