Mentre i parenti dei prigionieri detenuti a Gaza avevano chiesto a Netanyahu di dichiarare pubblicamente che la fine della guerra e che i termini dell'accordo venissero pienamente rispettati, il premier israeliano, a poche ore dalla sua entrata in vigore, tramite una nota del suo ufficio ha fatto sapere che Israele non aveva ancora ricevuto la lista dei nomi delle persone che Hamas dovrebbe rilasciare, minacciando di non dar seguito alla tregua nel caso tali nominativi non fossero comunicati. L'accordo stabilisce che Hamas debba fornire i nomi degli ostaggi almeno 24 ore prima del loro rilascio, previsto per le 16:00 ora locale.
Le preoccupazioni di Netanyahu non sono tanto dovute ad Hamas e alla lista dei nomi (se a lui la vita degli ostaggi fosse interessata veramente, l'accordo attuale lo avrebbe siglato già a fine maggio 2024, data in cui è stato presentato per la prima volta), quanto alle fibrillazioni nella maggioranza che sostiene il suo governo.
Uno dei due estremisti di destra che lo supportano, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, ha dichiarato di essere contrario al cessate il fuoco, ma che continuerà a sostenere Netanyahu affermando di aver chiesto, e ottenuto, l'impegno di un graduale controllo dell'intera Striscia di Gaza.... che sarebbe l'esatto contrario di ciò che è scritto nella prima fase dell'accordo.
L'altro estremista di destra (da ricordare che la definizione indica dei politici che sono ancor più estremisti di quanto non lo sia anche Netanyahu), il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, leader di Otzma Yehudit, ha invece annunciato il ritiro del suo appoggio al governo. Sono sei i membri di quel partito eletti alla Knesset. Senza di loro, l'esecutivo si avvicina pericolosamente alla soglia minima necessaria per la maggioranza. Abbandoneranno il governo, oltre a Ben Gvir, anche i ministri Yitzhak Wasserlauf e Amichai Eliyahu. Lasceranno i loro incarichi anche i presidenti di commissione.
Intorno alle 20 Netanyahu, parlando per la prima volta dopo l'approvazione dell'accordo, ha ricordato che nella prima fase il cessate il fuoco è temporaneo, aggiungendo che sia Trump che Biden hanno sottolineato che Israele potrebbe tornare a combattere a Gaza se le prossime fasi dell'accordo non saranno realizzate.
Ha poi aggiunto che Israele non avrà pace finché "tutti i suoi obiettivi di guerra non saranno completati", includendo tra questi il ritorno di ogni singolo prigioniero detenuto a Gaza.
Netanyahu, infine, ha rimarcato che gli Stati Uniti hanno promesso ad Israele che avrà armi necessarie per tornare a combattere se dovuto, e in tal caso lo farà in modi nuovi e con maggior forza.
La tv israeliana Channel 12 ha poi comunicato che Hamas trasmetterà nelle prossime ore al Qatar l'elenco dei nomi delle prigioniere israeliane che saranno rilasciate domenica.
La durata del cessate il fuoco, come dimostra quanto appena riassunto, è direttamente proporzionale alle certezze di Netanyahu di poter rimanere alla guida del governo, rimandando sine die qualsiasi decisione del tribunale che deve giudicare i reati per cui è a processo.