Continuano in medioriente tensioni e scontri tra palestinesi e forze di sicurezza israeliane dopo la decisione Usa di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele.
Lunedì, a Ramallah, 6 sono stati i palestinesi feriti negli scontri dove le forze israeliane schierate nella zona hanno fatto uso di proiettili di metallo rivestiti di gomma. Stessa sorte toccata anche a due palestinesi a Beit Hanoun, località nel nord della Striscia di Gaza.
Nella giornata di lunedì, altri scontri si sono avuti a Beit Ummar, nei pressi di Hebron, e nel distretto di Nablus, con gli israeliani che hanno fatto ricorso all'uso di lacrimogeni per disperdere i manifestanti.
Martedì, i soldati israeliani presenti lungo il confine di Gaza all'interno della base militare di Nahal Oz hanno aperto il fuoco contro alcuni manifestanti ritenuti troppo vicini alle recinzioni, ferendone quattro, di cui due in maniera piuttosto seria.
Infine, sempre martedì, due giovani palestinesi che viaggiavano su una moto nella zona di al-Manshiyeh, presso Beit Lahia nel nord della Striscia, sarebbero stati uccisi da un missile sparato da un drone israeliano. L'attacco, smentito da Isrele ma confermato da Gaza, avrebbe causato la morte di Hassan Ghazi Nasrallah e Mustafa al-Sultan, membri delle Saraya al-Quds, braccio armato della Jihad islamica - oltre al ferimento di altre persone.
Ad oggi, quindi, sarebbero 6 i morti e 1.300 i feriti tra i palestinesi dopo la decisione di Trump di spostare l'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme.