"La tassonomia dell'UE è uno strumento di trasparenza solido e basato sulla scienza per le aziende e gli investitori. Crea un linguaggio comune che gli investitori possono utilizzare quando investono in progetti e attività economiche che hanno un impatto positivo sostanziale sul clima e sull'ambiente. Introdurrà inoltre obblighi di informativa a carico delle società e dei partecipanti ai mercati finanziari".

Questo è quanto ci ricorda in una nota la commissaria Ue all'Energia, l'estone Kadri Simson, insieme alla volontà di Bruxelles di ritenere che

"il gas naturale e il nucleare possano svolgere un ruolo come mezzi per facilitare la transizione verso un futuro prevalentemente basato sulle energie rinnovabili. Nel quadro della tassonomia, ciò significherebbe classificare queste fonti energetiche a condizioni chiare e rigorose (ad esempio, il gas deve provenire da fonti rinnovabili o avere basse emissioni entro il 2035), in particolare perché contribuiscono alla transizione verso la neutralità climatica".

Insomma, per arrivare ad ottenere un'energia pulita a breve, in Europa sarebbe necessario - secondo la Commissione Ue - continuare ad utilizzare gas e nucleare, che in futuro saranno però tra le fonti energetiche che non dovremo più utilizzare. Un bel guazzabuglio, corredato da una bella dose di ipocrisia con la quale il gas dovrebbe provenire da fonti rinnovabili e il nucleare da centrali di ultima generazione... in teoria. Poi si sa, nella pratica, certi dettagli - al di là della loro validità scientifica tutta da dimostrare - finiranno per essere dimenticati e così si continuerebbe ad utilizzare il solito gas e il solito nucleare, anche se per produrre l'energia per alimentare le batterie delle pulitissime macchine elettriche, come se tutto ciò potesse poi definirsi "ecologico".

Che le indicazioni di Bruxelles possano concretizzarsi o meno lo sapremo già forse nel mese di gennaio, anche se più di un dubbio in proposito deriva dalla volontà della Germania - già espressa dalla Merkel - di chiudere tutte le centrali nucleari presenti nel Paese. Una volontà stra-ribadita dal nuovo governo, dove i verdi sono una delle tre forze che supportano la maggioranza. Pertanto, difficile ritenere che la commissaria Simson potrà avere l'appoggio di Berlino e, di conseguenza, difficile ritenere che senza l'appoggio della Germania l'Ue possa continuare su questa strada.

Ma in Italia, c'è già chi si complimenta con la Commissione europea per aver definito gas e nucleare "energie Green" e per tale motivo vuole promuovere un referendum a supporto del ritorno al nucleare nel nostro Paese. A complimentarsi, ovviamente, è il solito Matteo Salvini - ex anti-europeista, trasformatosi in un novello Paolo di Tarso, anche se fulminato non sulla via per Damasco ma su quella tra Bruxelles e Strasburgo - che ha deciso, o forse a cui hanno spiegato, che sostenere tale tesi in un periodo in cui si parla di caro bollette è un modo come un altro per accaparrarsi qualche preferenza in più nei sondaggi sulle indicazioni di voto.

Il neo Pannella della Ghisolfa - Salvini da qualche tempo vuol fare referendum su tutto - si dimentica però di spiegare in qual modo gas e nucleare dovrebbero esser considerate energie pulite, quali siano costi e tempi di realizzazione degli impianti necessari alla produzione di gas e nucleare puliti, quale sia l'energia prodotta con tali impianti e - in rapporto - il numero di installazioni necessarie da realizzare in Italia, quali siano i tempi di ammortamento, quali e quante siano le scorie prodotte non riciclabili, dove e come conservarle... 

Insomma sono i "conti della serva" che un qualsiasi politico e una qualsiasi forza politica dovrebbe elencare per convincere sostenitori e elettori per supportare determinate scelte, specie impattanti come quella del ritorno al nucleare.

Ma per un Salvini qualunque, queste considerazioni sono dettagli di poco conto, neppure da prendere in considerazione di fronte all'impellente necessità di promuovere un ulteriore ennesimo referendum... così, tanto per provare a prendere qualche voto in più. E se poi tutto questo, una volta realizzato, dovesse rivelarsi uno spreco di quattrini, che comunque finirebbero nelle tasche dei soliti noti, ci sarebbero in ogni caso i migranti a cui dare la colpa, responsabili - anche se non si sa come - di tutti i guai dell'Italia.