Oggi, il premier Johnson è intervento al Congresso del partito conservatore che si svolge a Manchester. Il suo intervento era atteso perché, come da molti era stato anticipato, Johnson avrebbe dovuto comunicare i nuovi sviluppi sulla Brexit e su un nuovo piano di accordo con l'Europa ad essa relativo.

Che cosa ha detto Johnson?

Riguardo a ciò che proporrà all'Europa per superare l'ostacolo backstop, praticamente, non ha detto assolutamente nulla, rimandando ai colloqui con Bruxelles dei prossimi giorni. Comunque, qualcosa di concreto ai negoziatori europei dovrebbe essere presentato già questa sera.

In ogni caso, riguardo la gestione del confine all'interno dell'Isola dell'Irlanda, Johnson ha smentito quanto trapelato ieri in relazione a possibili controlli doganali in prossimità del confine tra Irlanda e Irlanda del Nord. I confini tra i due Paesi, qualunque sia la Brexit, rimarranno aperti, anticipando che sarà la tecnologia a venire in soccorso a coloro che dovranno effettuare i controlli e applicare i dazi. Inutile che chiediate come ciò concretamente avverrà... ovviamente non lo ha spiegato.

L'unica cosa interessante detta da Johnson, ma si dovrebbe anche definirla preoccupante, riguarda la data di scadenza della Brexit. Secondo lui, la scadenza del 31 ottobre, l'ultima data concordata con Bruxelles per l'uscita del Regno Unito dall'Europa, verrà rispettata. Prima della mezzanotte di quel giorno, con un accordo o meno, la Gran Bretagna non farà più parte dell'Unione Europea.

C'è però un particolare, non certo secondario, che da Johnson non è stato citato e riguarda il fatto che ad inizio settembre, prima della sua chiusura, il Parlamento ha votato una legge che non consente all'attuale Governo di uscire dall'Unione europea senza un accordo.

Ai delegati dei Tories, però, Johnson ha dichiarato che non vede come siano possibili ulteriori ritardi, facendo intendere di non essere per nulla preoccupato di una Brexit "no deal", tutt'altro! In fondo, a suo dire, solo rivolgendosi ai Paesi del Commonwealth, il Regno Unito avrebbe circa 2,5 miliardi di persone con cui aprire nuove relazioni commerciali. Per vendergli cosa e a che prezzo, però, Boris Johnson non lo ha detto.