Il direttore del Mossad, David Barnea, ha informato i mediatori che le forze di occupazione "si ritireranno dal corridoio Filadelfia nella seconda fase dell'accordo". In una dichiarazione rilasciata al quotidiano libanese Al Mayadeen, una importante fonte di Hamas ha commentato negativamente quello che dai mediatori è stato annunciato come un ulteriore passo avanti verso il cessate il fuoco a Gaza:

"Hamas chiede il ritiro delle forze di occupazione dal corridoio Filadelfia nella prima fase dell'accordo, poiché non vi sono garanzie affidabili perché la seconda fase dell'accordo possa essere raggiunta".

Secondo quanto riportato dalla tv israeliana Channel 10, "Stati Uniti, Egitto e Qatar stanno lavorando per elaborare un nuovo piano dettagliato, che sarà probabilmente presentato pubblicamente nel corso di questa settimana dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden".

In precedenza, Barnea aveva informato i mediatori che "Israele accetta di ritirarsi dal corridoio Filadelfia durante la seconda fase dell'accordo sullo scambio di prigionieri, nonostante l'insistenza del primo ministro Benjamin Netanyahu nel mantenerne il controllo".

L'ufficio di Netanyahu non ha smentito la notizia, affermando però che "il governo non è ancora tenuto a discutere alcun aspetto della seconda fase dell'accordo".

Una fonte a conoscenza dei colloqui ha rivelato che Israele "insiste nel mantenere una presenza del proprio esercito sul corridoio Filadelfia durante la prima fase dell'accordo, accettando una riduzione delle forze inizialmente previste, con un ritiro completo pianificato per la seconda fase".

Il Ministero degli Esteri egiziano ha condannato le dichiarazioni di Netanyahu rilasciate ieri, accusandolo dell'ennesimo tentativo di far deragliare ogni possibile intesa. In una conferenza stampa trasmessa in televisione, il premier israeliano aveva ribadito come "ferma" la sua posizione sul corridoio Filadelfia, descritto come "il tubo dell'ossigeno di Hamas che deve essere tagliato", sostenendo che "il precedente ritiro dell'esercito israeliano dal corridoio Filadelfia ha trasformato Gaza in una minaccia importante e ha sostanzialmente aperto la porta alle armi e ad altri rifornimenti che hanno raggiunto Hamas".

Un sondaggio riportato oggi dall'emittente pubblica israeliana Kan rileva che il 53 percento delle persone intervistate è favorevole all'abbandono del corridoio Filadelfia se ciò permettesse di raggiungere un accordo con Hamas per liberare i restanti prigionieri israeliani detenuti nella Striscia.

La presenza delle forze israeliane nella stretta striscia di terra che separa Gaza dall'Egitto è il principale ostacolo ai negoziati per il cessate il fuoco. Netanyahu si è ripetutamente rifiutato di abbandonarne il controllo, nonostante Hamas abbia affermato che una precedente versione dell'accordo che prevedeva il ritiro delle truppe israeliane dal corridoio, era già stata accettata dai funzionari israeliani.

Intanto, il conflitto prosegue sempre più intenso nella Striscia, dove sono decine i palestinesi uccisi nelle ultime 24 ore, in Cisgiordania e al confine tra Israele, Libano e Siria, dove Hezbollah e IDF effettuano reciproci attacchi e non solo su postazioni militari.