L'ultimo voto su cui i parlamentari britannici questo giovedì sono stati chiamati ad esprimersi, ha avuto un esito di 412 sì contro 202 no ed ha permesso di approvare la proposta della premier Theresa May per chiedere all'Ue un rinvio della Brexit.

In seguito a tale decisione, a questo punto, la nuova data di scadenza per la Brexit potrà essere il 30 giugno, ma a una sola condizione: che i parlamentari decidano di "sostenere" la sua proposta di accordo con un voto che è previsto già per la settimana entrante.

Nel caso in cui l'accordo già bocciato martedì, venisse nuovamente respinto dal Parlamento, a quel punto la richiesta della May all'Unione europea sarebbe quella di ritardare la data di uscita per un periodo più lungo rispetto al 30 giugno e, in tal caso, la Gran Bretagna come non potrebbe non partecipare alle elezioni europee di maggio?

Inoltre, bisogna anche non dimenticare che qualunque sia la nuova data di scadenza che Theresa May chiederà all'Europa, questa dovrà essere approvata dal Consiglio Europeo che, da parte sua, ha tutto l'interesse di favorire la premier britannica, dato che molte delle economie dei Paesi membri hanno scambi commerciali più che convenienti con il Regno Unito.

Ad esempio, il ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero Milanesi, ha dichiarato in proposito: «La mia posizione è che se ci fosse la richiesta, noi dovremmo dire sì, perché altrimenti si andrebbe verso una rottura. È interesse dell'Italia che ci esprimiamo favorevolmente a una domanda di proroga, perché una contrapposizione ruvida non porterebbe da nessuna parte».


Tra i voti espressi giovedì alla Camera dei Comuni, vi è stato anche quello che prevedeva l'ipotesi di un altro referendum sulla Brexit, bocciata con 334 voti contrari.

Così come è stata bocciata, seppure con uno scarto minimo di soli due voti, anche la proposta di affidare direttamente al Parlamento il controllo del processo sulla Brexit.


A fine seduta il leader laburista Jeremy Corbyn, che in precedenza aveva fatto astenere il suo gruppo sulla proposta di un referendum presentata dal deputato indipendente Sarah Wollaston sostenendo che non era il momento adatto per presentarla, ha ribadito comunque il suo sostegno ad un nuovo referendum: «Ribadisco anche il nostro sostegno al voto popolare, non per ragioni politiche ma come un'opzione realistica per sbloccare lo stallo attuale».